Il potere d’acquisto degli italiani aumenta, anche grazie ai bassi livelli dell’inflazione. In questa fase, però, la maggiore disponibilità delle famiglie è indirizzata soprattutto a ricostituire il risparmio. E’ pertanto probabile che ancora per qualche mese gli aumenti di reddito non andranno ad accrescere i consumi, se non in misura parziale.
Così l’Ufficio Economico Confesercenti sui dati Istat relativi ai redditi delle famiglie italiane.
Il dato odierno diffuso dall’Istituto di statistica, infatti, segnala un consolidamento della risalita del potere d’acquisto, che è cresciuto più del reddito disponibile espresso a prezzi correnti, a causa, appunto, di un’inflazione negativa.
Questo è nel complesso un fatto positivo, sia per le condizioni di vita sia per le possibilità di spesa delle famiglie. Il dato Istat, però, evidenzia anche che gran parte di questa nuova disponibilità è indirizzata dalle famiglie verso il risparmio, la cui propensione cresce dello 0,9% sul precedente trimestre e dello 0,3% su quello corrispondente del 2014. La spesa per consumi varia, negli stessi periodi, dello 0,4 e dell’1,2%.
Per alcune famiglie pesano le aspettative ancora incerte rispetto al futuro, ma molte altre stanno ricostituendo i propri risparmi dopo l’erosione avvenuta negli scorsi anni, e dovuta al tentativo di far fronte alle perdite di reddito subite. Anche perché, rispetto al 2007, ultimo anno prima della crisi, la caduta complessiva del potere d’acquisto delle famiglie, a prezzi costanti, è superiore ai 120 miliardi di euro. Un crollo a cui gli italiani hanno posto rimedio, in parte, con una riduzione dei risparmi per circa 50 miliardi.
La strada per confermare la ripresa dei consumi e del mercato interno, quindi, è ancora lunga. Per accelerare occorrerebbe mettere in campo misure coraggiose a sostegno del reddito delle famiglie in generale, come è stato fatto per il lavoro dipendente con il Jobs Act. In questa fase di ripresa ancora solo accennata, uno stimolo alla crescita del Pil può provenire, infatti, solo dai consumi visto che gli investimenti hanno ancora bisogno di tempo per manifestarsi.