Sfiora il 39% la quota di titoli di Stato italiani in mano a investitori stranieri che hanno in totale bot e btp per 713,5 miliardi. Mentre è al 26%, per un controvalore 481 miliardi, la fetta di obbligazioni statali sottoscritte da banche; più piccola quella delle assicurazioni: 17% e 322 miliardi. In calo al 6% la percentuale che fa capo alle famiglie, titolari di 112 miliardi. Questi i dati principali di una analisi del Centro studi di Unimpresa sulla ripartizione del debito pubblico italiano secolo cui la quota in capo alle banche è crescita di quasi 60 miliardi nell’ultimo anno.
La ricerca registra le variazioni intercorse da settembre 2014 a settembre 2015: l’ammontare dei titoli di Stato in circolazione è passato da 1,742,2 miliardi a 1,842,4 miliardi. In totale, gli investitori italiani hanno il 61,27% dei titoli pubblici in circolazione emessi dal Tesoro; quota stabile rispetto al 61,59% di un anno fa. Secondo l’analisi dell’associazione, basata su dati della Banca d’Italia, le imprese hanno il 52,1 miliardi di titoli di Stato pari al 2,83% del totale; quota stabile rispetto all’anno precedente (2,86%). E’ passata dal 24,32% al 26,14% la fetta in mano alle banche, ora titolari di bot e btp per 481,6 miliardi, con una crescita di 57,9 miliardi. Le imprese sono titolari di 52,1 miliardi di obbligazioni pubbliche e la quota è varata dal 2,86% al 2,83%. Al 17,52% (era il 17,47%) si attesta la quota in mano ad assicurazioni e fondi pensione (322,8 miliardi), mentre è calata dal 9,12% al 6,13% quella posseduta dalle famiglie: i privati ora posseggono 112,8 miliardi cioè 45,9 miliardi in meno rispetto ai 158,8 di un anno fa. Nessuna variazione significativa per quanto riguarda gli investitori esteri: avevano il 38,41% e ora detengono il 38,73% con 713,5 miliardi di bot e btp in portafoglio.