La Corte di Giustizia Europea boccia nuovamente il sistema italiano delle scommesse, con la sentenza Laezza – il cui dispositivo è appena stato letto in udienza pubblica – si scaglia contro la clausola sulla cessione gratuita della rete. Si tratta, informa l’Agimeg, della norma – inserita nell’ultima gara, la Monti del 2012 – che obbliga i concessionari a trasferire ai Monopoli – senza alcun corrispettivo – tutti i beni, materiali e immateriali, che servono alla raccolta, ogni volta che la concessione scade o viene revocata.
Una normativa nazionale sui giochi di azzardo può essere contraria al principio di proporzionalità se impone al concessionario di cedere gratuitamente le attrezzature utilizzate per la raccolta di scommesse, si legge in un comunicato della Corte di Giustizia. Il giudice nazionale deve verificare la proporzionalità di una siffatta normativa in considerazione delle condizioni particolari del caso di specie, quali il valore venale dei beni oggetto della cessione forzata.
Ad ogni modo, prosegue la nota, la sentenza odierna verte unicamente sulla compatibilità con il diritto dell’Unione dell’obbligo di cessione a titolo non oneroso e non può essere analizzata come diretta a porre in discussione, nel suo complesso, il nuovo sistema di concessioni istituito in Italia durante il 2012 nel settore dei giochi di azzardo.
La clausola sulla cessione della rete in realtà – informa l’Agimeg – è stata abrogata con l’ultima Stabilità. “Sono emerse difficoltà oggettive ai fini della concreta attivazione del vincolo, soprattutto nei confronti di eventuali operatori stranieri” spiegava il Governo nella Scheda illustrativa. I Monopoli del resto non ne avevano mai fatto uso, dal momento che nel caso delle scommesse l’unico bene che poteva essere incamerato era “la porzione di rete che collega il concessionario al totalizzatore nazionale”. In altre parole, la clausola andava a colpire beni del calibro di una connessione al sistema centrale di controllo e lo spazio sul server Sogei