Messina al collasso politico, economico e sociale narcotizzata da un’amministrazione che, invece di rivoluzionare, garantisce il sistema. Il Partito Comunista d’Italia, già due anni fa, prendendone le distanze, denunciò la metamorfosi del sindaco e della sua squadra e la violazione del programma sottoscritto. Siamo stati facili profeti. Chi si ostina a sostenere il contrario quando non è complice è stordito dall’ubriacatura del nuovismo.
L’economia della città dissipata e spolpata dagli interessi di una classe borghese massonica, è evidente nell’azione politica e amministrativa di tutta la classe politica che ha governato negli ultimi 20 anni e ha condannato la città al fallimento economico e sociale.
Gravissime sono le responsabilità politiche ed economiche della Giunta Accorinti che con la sua gestione ha garantito l’impunità, non solo politica, del default, ma anche l’assalto alla diligenza, da parte degli autori della finanza creativa e illusoria che ha generato un debito pubblico abnorme scaricandolo sulle spalle dei cittadini, soprattutto quelli più deboli.
Accorinti e la sua Giunta dovrebbero spiegare le motivazioni della mancata dichiarazione del dissesto finanziario del Comune, nonostante questa sia realisticamente la condizione delle Casse Comunali. A Messina ormai sono sospesi i diritti civili di cittadinanza, quali la sospensione e il pregiudizio dell’erogazione dei servizi essenziali e sociali, che sono la prova dell’insipienza e dell’incapacità di trovare le soluzioni ed una svolta che dia una speranza di sopravvivenza a questa città.
La continuità con le politiche economiche delle Amministrazioni passate, l’incapacità di formulare bilanci nei tempi e nelle modalità corrette (come più volte segnalato dagli organi di controllo) sono l’humus culturale, politico e amministrativo, che ha generato il totale degrado e l’indecorosa gestione dei servizi.
La sospensione delle mense scolastiche, la mancata fornitura del gasolio per il riscaldamento alle scuole, la grave crisi idrica, una dilettantistica gestione del servizio raccolta dei rifiuti, un servizio trasporti da quarto mondo, un tentativo di gestione dei servizi sociali per gli anziani degno di società privatistiche capitalistiche, che nulla hanno a che vedere con l’interesse pubblico, stanno determinando l’idea nei cittadini che le negligenze e gli errori della gestione delle politiche economiche di questa città debbano ricadere tutti sulla pelle dei cittadini e l’ostinarsi a coprire le responsabilità politiche di chi le ha determinate suscita ormai l’esigenza di ribellarsi con tutte le forme previste dalla Costituzione.
Non basta proclamarsi onesti e fautori della legalità, tali valori bisogna esercitarli nella quotidianità, nei singoli atti politici e sociali a partire dall’azione amministrativa. La trasparenza è uno strumento della legalità, questa Amministrazione a parole rivendica la propria discontinuità e superiorità rispetto al passato, ma nei fatti è identica a quelle precedenti.
Un’amministrazione di una città come Messina, da sempre in emergenza abitativa, per antonomasia città delle baracche, baracche d’autore, dovrebbe fare luce e garantire legalità e trasparenza sul proprio patrimonio immobiliare anche attraverso la pubblicazione sul proprio sito istituzionale dell’intero patrimonio, indicando quello dato in affitto e in concessione, a chi, a che titolo e quale prezzo, e rendere pubblica la disponibilità degli immobili sfitti per assegnarla ai cittadini in difficoltà, come prevede la Legge.
Questo l’atto d’accusa del Partito Comunista d’Italia che rinnova la richiesta di immediate e necessarie indifferibili dimissioni del sindaco Accorinti e della sua Giunta.
La Federazione Provinciale PCd’I