“Leggiamo con attenzione e pure con preoccupazione di progetti, in corso tra le principali banche italiane, volti alla creazione di una cosiddetta bad bank per ridurre l’impatto delle sofferenze che gravano sui bilanci del settore bancario. Tuttavia, segnaliamo il rischio che potrebbe derivare dalla cessione a fondi speculativi delle rate non pagate di prestiti e mutui. Si tratta di soggetti che non di rado, per rientrare delle esposizione, si rivolgono a società attive nel campo del recupero crediti che spesso hanno legami e rapporti con la criminalità organizzata il cui business verrebbe alimentato proprio dalle sofferenze”. Lo dichiara il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi.
“Ci troveremmo di fronte a un paradosso: la diminuzione delle sofferenze – spiega Longobardi – rappresenta certamente un fatto positivo che potrebbe contribuire alla riapertura dei rubinetti del credito da parte delle banche e, allo stesso tempo, allontanare le imprese e le famiglie dal fenomeno dell’usura, in cui spesso si finisce quando viene negato un finanziamento nei canali tradizionali. Le organizzazioni criminali verrebbero in qualche modo compensate con la gestione del recupero crediti per la riduzione del volume d’affari legato al prestito di denaro con tassi fuori legge: aziende e cittadini si vedrebbero comunque esposti al rischio di finire nelle braccia di criminali”. Secondo il presidente Longobardi “è fondamentale che le autorità di vigilanze e tutte le istituzioni aumentino i presidi e i controlli, in una fase nuova e fatta di scenari finora inesplorati”.