Militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, hanno eseguito due ordinanze per l’applicazione di misure cautelari in carcere per il reato di bancarotta fraudolenta e diverse perquisizioni sul territorio della Provincia di Torino disposte dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica di Torino. I destinatari delle misure sono un noto imprenditore valsusino ed un suo familiare e stretto collaboratore. Le indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Susa a seguito del fallimento della ITALCOGE S.p.a., hanno evidenziato le responsabilità dell’imprenditore quale amministratore di fatto. Le indagini, protrattesi alcuni anni a causa dei complessi fatti gestionali esaminati che hanno richiesto anche l’intervento di consulenti esperti nello specifico settore, hanno consentito di appurare una serie di condotte criminose che hanno portato al dissesto ed al conseguente fallimento della ITALCOGE spa (dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Torino nel 2011). Le investigazioni hanno fatto emergere che, attorno alla citata società capogruppo, ruotava una serie di società, anche operative, costituite per vari scopi ma tutte finalizzate a sottrarne risorse. È emerso che i destinatari delle misure cautelari, hanno effettuato numerosi prelievi contanti per complessivi 2.262.000 euro, tra il 2007 e il 2011, dai conti correnti sociali per scopi prettamente personali e spesso ricreativi.
In diverse occasioni si è riscontrato come il denaro sia stato “utilizzato” presso il casinò di Saint-Vincent o per il pagamento di spese effettuate in località di villeggiatura o comunque a favore dei membri del nucleo familiare e a discapito dei creditori, fornitori e dipendenti. Oltre ai prelevamenti in contanti, sono stati accertati trasferimenti vari di denaro che venivano
mascherati attraverso l’intenzionale e lucida manipolazione di bilanci e scritture contabili, che hanno permesso di distrarre, occultare, dissimulare, distruggere e dissipare beni, crediti e somme di denaro per un totale di quattro milioni e 892 mila euro. L’imprenditore valsusino, nel corso dell’anno 2014, era già stato arrestato per una falsa fideiussione, finalizzata alla costituzione di una nuova società familiare, la ITALCOSTRUZIONI, che doveva sostituire la ITALCOGE nei lavori di costruzione del cantiere TAV della Torino-Lione a Chiomonte.
L’attività di servizio in rassegna si inserisce nell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Torino a tutela del rispetto e della corretta applicazione delle regole in campo economico e finanziario e rinvigorisce il controllo economico del territorio.