Pensioni e RAI. Si ricomincia con le solite sceneggiata

Dopo la scivolata del Governo sulle pensioni di reversibilità, si ricomincia con le sceneggiate televisive. Maestra, in questo è la RAI che, nei cosiddetti talk show, mostra la sua incapacità di essere pubblico servizio. Se il Governo ha fatto uno scivolone, ecco pronta una operazione di copertura: si discuta di pensioni "d’oro". E’ una vecchia tecnica che tutti i poteri, in tutti i tempi e luoghi, adottano quando vogliono distrarre i cittadini. Le sceneggiate televisive si prestano bene all’operazione: si invitano i parolai, si individuano i buoni e il cattivo di turno che viene additato al pubblico ludibrio. Vediamo di dare qualche informazione.
1.La spesa per previdenza, assistenza e salute è il 53% della spesa totale dello Stato. Ovviamente, si può migliorare ma la spesa per il cosiddetto welfare è a livelli europei.
2.Il 52% dei pensionati ha una pensione (trattamento) di carattere assistenziale, non tassabile, a carico della fiscalita’ generale, vale a dire che queste persone non hanno pagato un euro per la pensione che percepiscono nè, quindi, le relative tasse.
Secondo il centro studi Itinerari Previdenziali, il sistema pensionistico vale 280 miliardi di cui i due terzi sono pensioni e un terzo assistenza pura.
3. L’ammontare dei vitalizi dei parlamentari e dei consiglieri regionali è di 388 milioni.
Per abbassare il consistente debito pubblico del nostro Paese, ci si domanda dove reperire le risorse. Dove si prendono? Dove c’è la sostanza, ovvio! Ci sono circa 100 miliardi di assistenza da cui attingere. Così il testo legislativo del governo indicava la "razionalizzazione delle prestazioni di natura assistenziale…".
Se la RAI facesse il servizio pubblico che dovrebbe fare, ci eviteremmo tante sceneggiate e fumo negli occhi. I problemi ci sono ma vanno affrontati con criterio e razionalità.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc