L’aborto, reato contro la stirpe fino a quando la legge Fortuna lo fece diventare legale e fu anche confermato con un referendum popolare, non è mai stato digerito dai genuflessi politici e professionisti medici. Che, in nome del diritto alla vita di uno zigote, hanno sempre voluto sacrificare e colpevolizzare le donne che vi fanno ricorso. In un contesto in cui, con un media del 70% di medici che si rifiutano di praticare l’intervento (con punte regionali anche oltre il 90%), l’aborto clandestino non è mai stato sgominato. Soprattutto nei soggetti più deboli, come le donne più povere -e tra queste, essenzialmente le immigrate- che non si possono permettere il “turismo abortivo” tra una regione e l’altra, financo oltre i confini nazionali. Un cittadino cosa si aspetta in questa situazione? Che tutto in qualche modo venga messo a posto. Invece no. Lo scorso 15 gennaio sembrava fosse stata fatta un intervento civile con la depenalizzazione dell’aborto clandestino… sembrava, per l’appunto: perchè se non si commette più un reato, lo scotto da pagare è ora economico, fino a 5/10.000 euro.
Sentita al bar stamane: ma siamo pazzi? Infatti, se da parte delle non-turiste dell’aborto prima c’era un incentivo a denunciare chi praticava gli interventi illegalmente (la multa era di 51 euro), ora, chi glielo fa fare? E quindi i medici che operano clandestinamente continueranno a farlo, vedranno crescere le proprie clienti/vittime (non sono rari i medici obiettori in ospedale che poi, invece praticano interventi illegali in privato). Un grande passo di civiltà giuridica e umana come la legalizzazione dell’aborto (ancora in alto mare in Paesi in cui la civilta’ cattolica continua a imperversare anche come giuridica: vedi caso Zika in centro e sudamerica) che era stato fatto entrare dalla finestra, ora, grazie al Parlamento del 2016, viene fatto uscire dalla finestra per tornare a incrementare l’illegalità. Fuoco di paglia? Non crediamo, visto quello che sta succedendo per il riconoscimento dei bimbi nella legge sul riconoscimento delle coppie di fatto e le relative ingerenze della Conferenza Episcopale Italiana. Un consiglio, anche a noi stessi: cominciamo a preparare gli idranti per spegnerlo sul nascere.
Vincenzo Donvito, presidente Aduc