Il 10 marzo si terrà l’udienza preliminare, dinanzi al Tribunale di Arezzo, che vede imputati il Presidente, il Direttore Generale ed il Direttore centrale dell’area rischi della fallita Banca Etruria. Confconsumatori tenterà di costituirsi parte civile nel processo per provare, pur in contrasto con l’orientamento giurisprudenziale, che la ritardata svalutazione dei crediti sofferenti ha creato un indubbio turbamento del regolare e trasparente andamento del mercato, che ha indotto i risparmiatori ad acquistare sulla base di una falsa rappresentazione del patrimonio della Banca e dei titoli.
L’accusa per i vertici di Banca Etruria è quella di intralcio e ostacolo all’organo di vigilanza, Banca d’Italia. Sono due i capi principali d’accusa:
A. L’avere “omesso di comunicare, con riferimento all’operazione di dismissione immobiliare denominata Palazzo della Fonte, fatti e circostanze determinanti per la precisa valutazione dell’esistenza della clausola true sale (cioè della effettività della cessione) per l’iscrizione della plusvalenza generata dall’operazione nel bilancio di esercizio dell’anno 2012”.
B. L’avere “fornito una non corretta ed aggiornata rappresentazione circa la reale situazione patrimoniale ed economica BPEL concretizzatasi in ritardi nella revisione del processo creditizio, allo scopo di non consentire l’esatta percezione della scadente qualità del portafoglio crediti stante la presenza notevole di partite anomale”. E, segnatamente, l’“aver ritardato la determinazione delle rettifiche forfettarie degli incagli e della svalutazione delle sofferenze […] e quindi la classificazione delle posizioni affidate, soprattutto nei riguardi di imprese che avevano, nel tempo, manifestato un progressivo deterioramento […] con conseguente dilazione nella valutazione, in senso peggiorativo, della qualità del credito e conseguente l’incidenza sulla valutazione, da parte dell’organo di vigilanza, dell’adeguatezza dell’importo deliberato in data 11.11.2012 per l’aumento di capitale di euro 100 milioni, rispetto all’effettiva situazione patrimoniale dell’istituto bancario”.
C.
Confconsumatori tenterà la costituzione di parte civile per affermare un importante principio. «Siamo a conoscenza – commenta l’avvocato Marco Festelli, componente del direttivo nazionale di Confconsumatori – della negativa giurisprudenza, per azionisti e obbligazionisti, relativa all’articolo 2628 c.c. secondo la quale l’unica parte offesa dal delitto è proprio la Banca d’Italia. Tuttavia Confconsumatori tenterà di sovvertire la giurisprudenza consolidata cercando, sia in proprio che per un’azionista ed un’obbligazionista subordinato (di Grosseto), di provare che la ritardata svalutazione dei crediti sofferenti ha creato un indubbio turbamento del regolare e trasparente andamento del mercato mobiliare, che passa attraverso la vigilanza di Banca d’Italia, così determinando in modo illecito azionisti e obbligazionisti subordinati ad acquistare titoli sulla base di una falsa rappresentazione del patrimonio della Banca e dei suoi titoli».