#8Marzo

In Italia si muore ancora di femminicidio, e in maniera atroce. Una donna su tre ha subito violenza almeno una volta nella vita. Le donne vengono pagate meno, non vedono riconosciuta la loro professionalità nello sport, mancano ancora dai libri di Storia né godono pienamente di tutti i diritti che pure le leggi prevedono.
Ma le donne sono forti e lottano. Insieme agli uomini. Insieme a tutti.
Parola di Roberta, che insieme a Vera, mamma di Giordana, chiede giustizia per questa ragazza di 20 anni uccisa con 42 coltellate dal suo ex.
Parola di Gabriella, che con le volontarie del Telefono Rosa dà assistenza a centinaia di migliaia di donne ogni anno. E che ora sta combattendo per dare una casa a Chiara, una delle poche sopravvissute ad un femminicidio, rimasta totalmente invalida.
Parola di tutte quelle donne costrette, nel 2016, ad abortire clandestinamente perché spesso l’obiezione di coscienza ostacola l’accesso all’interruzione di gravidanza, con buona pace della legge 194.
Parola di Lorenzo, fratello di Beatrice, massacrata di calci e pugni e strangolata a morte dal padre dei suoi figli, Massimo. Reo confesso, quest’uomo continua a percepire la pensione Inps della moglie che ha ammazzato. In Parlamento giace una proposta di legge per intervenire su questo paradosso: Lorenzo, i figli di Beatrice e tante altre persone stanno ancora lottando.
Nel giorno della Festa della Donna su Change.org è nato un movimento con quasi 300mila sostenitori, guidato dall’associazione Telefono Rosa.
Vuoi partecipare? C’è qualcosa che anche tu vorresti cambiare contro la violenza sulle donne e per sostenere i loro diritti? Clicca qui per lanciare la tua petizione.
Uniti, infatti, si vince. Come a Roma, dove Stefania ha lottato insieme a oltre 54mila persone ed è riuscita a impedire la chiusura di un centro antiviolenza, struttura vitale per dare una nuova opportunità alle donne sopravvissute alla violenza.
O come ha fatto Malala Yousafzai. Aveva solo 12 anni quando è rimasta vittima di un attentato talebano nel 2009. La sua colpa era quella di difendere il diritto delle bambine allo studio in Pakistan. Non solo non ha smesso di lottare, ma ha vinto il Nobel per la Pace e, grazie ad una mobilitazione globale su Change.org, ha ottenuto una grande vittoria: il Partenariato Globale per l’Educazione sosterrà 12 anni di istruzione primaria e secondaria per le giovani più povere di tutto il mondo.
Cambiare è possibile. Perché ogni giorno è l’8 marzo.