MOLTI PAESI RESTII A CONDIVIDERE DATI

“Nessuno può tenersi informazioni per sé. C’è assoluta necessità di una cultura della condivisione dei dati, non tutti ce l’hanno come noi". Così il Procuratore Nazionale antimafia e antiterrorismo, Franco Roberti, commenta con Raffella Calandra a Storiacce su Radio 24 le parole del commissario agli Affari interni, Dimitris Avramopoulos, per ‘l’istituzione di un’intelligence Ue’. "Non è impossibile farlo, anche in tempi ragionevolmente brevi, è estremamente importante, perchè la lotta al terrorismo si gioca sulla prevenzione". Roberti ricorda come "l’Italia sta dando un grande contributo per l’istituzione di un’intelligence europea, perché noi abbiamo una cultura del coordinamento investigativo e giudiziario, in misura maggiore rispetto ad altri Paesi".

Oltre alla creazione di un’intelligence europea e di una polizia comune, sullo "sfondo c’è anche – ricorda Roberti con Radio 24 – la figura del procuratore europeo. Sta avendo un percorso accidentato, non c’è accordo sul profilo ordinamentale e della procedura. Il Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, si sta battendo per arrivare ad una figura sul modello del pubblico ministero quello italiano, autonomo e indipendente dal potere politico, che possa esercitare azione penale per i reati più gravi". "sia pur in fase di assoluta emergenza", l’auspicio del procuratore Roberti è che "dopo gli attentati, anche i Paesi più restii ora siano disposti a far circolare in tempo reale le informazioni".