di Sabri Najafi
Hossein Ronaghi-Maleki è un giovane blogger di 29 anni e attivista iraniano incarcerato a Evin, il carcere situato nella capitale iraniana Teheran, per il ruolo da lui ricoperto nelle proteste post-elettorali del 2009. Hossein è gravemente malato e rischia di morire. Da giorni è in sciopero della fame per chiedere la liberazione e l’accesso alle cure mediche di cui ha bisogno. Rischia di morire. Ma, insieme, dobbiamo salvarlo.
Hossein è accusato di "propaganda contro il regime" e di "insulti al Presidente" per la sua attività di blogger durante il periodo delle proteste del Movimento Verde in Iran nel 2009. Hossein svolgeva la sua attività in rete con lo pseudonimo di "Babak Khorramdim" ed era attivamente impegnato nel bypassaggio delle censure della Rete imposte dal regime iraniano.
Hossein è stato arrestato con il fratello Hassan il 13 dicembre del 2009. L’arresto insieme al fratello Hassan sarebbe stato determinato dalla volontà del regime di forza Hossein a confessare pubblicamente le sue colpe. Non a caso, immediatamente dopo l’arresto, Hossein ha subito dure violenze fisiche e psicologiche ed è stato posto in isolamento nel Braccio 2A della prigione di Evin. Il Braccio 2A è quello sotto il diretto controllo delle Guardie Rivoluzionarie (Pasdaran).
Il 24 maggio del 2009, quindi, Hossein ha inviato una lettera di protesta alle autorità per la sua situazione ed ha cominciato il primo sciopero della fame. In quella occasione, i genitori provarono a visitare Hossein in carcere, ma le autorità giudiziarie di Teheran impedirono la visita. Il suo caso venne quindi trasferito alla Sezione 26 della Corte Rivoluzionaria iraniana presieduta dal giudice PirAbbasi.
La detenzione temporanea di Hossein, contraramente a quanto prevede la stessa legge iraniana, venne estesa per altri 10 mesi, per volere dell’Unità responsabile dei crimini cybernetici, ciò a dispetto del fatto che lo stesso giudice PirAbbasi avesse stabilito per Hossein una cauzione di 200 milioni d toman.
La sentenza definitiva arrivò solamente il 4 ottobre del 2010 e fu durissima: 15 anni di carcere. Hossein decise quindi di protestare e rifiutà di firmare la lettera di accettazione della sentenza. L’azione, purtroppo, gli costò moltissimo e Hossein venne duramente picchiato da una guardia. Per reazione, il giovane blogger scrisse una nuova lettera di denuncia e dichiarò nuovamente lo sciopero della fame.
Hossein tentò quindi di fare appello contro la sentenza, ma il primo dicembre del 2010 la corte confermò i 15 anni di carcere dalla Sezione 54 della Corte d’Appello.
Le condizione di salute di Hossein Ronaghi-Maleki sono praticamente disperate. Alle pressioni psicologiche e le violenze fisiche, si è aggiunta una infezione al rene che potrebbe costare la vita al blogger iraniano. I medici hanno espressamente detto che Hossein necessita di una operazione chirurgica, ma il regime pretende prima una piena confessione televisiva da parte di Hossein.
I genitori di Hossein hanno potuto visitare il figlio una sola volta il 20 dicembre del 2010. Il padre, in un appello disperato, ha chiesto di evitare l’operazione ad Hossein senza una successiva scarcerazione: le condizioni igieniche del carcere di Evin, infatti, causerebbero ad Hossein un danno ancora peggiore. L’8 aprile scorso Hossein è stato nuovamente ricoverato presso l’ospedale di Hasheminejad e la madre, Zoleikha Mousavi, ha denunciato all’International Campaign for Human Right in Iran che le autorità giudiziarie avevano nuovamente negato al figlio le cure di cui necessitava.
Alla fine del mese di maggio 2012, Hossein Ronaghi-Maleki ha scritto una lettera alla Guida Suprema e ha dichiarato lo sciopero della fame per chiedere la liberazione e l’accesso alle cure mediche di cui ha bisogno. Hossein è stato rilasciato in cauzione e di nuovo in carcere dal 20 gennaio 2016.
Chiedo fermamente la sua libertà prima che ci lasci per sempre. L’Iran ha bisogno di questi eroi.