Lucy Fenech … i ricordi non tornano e neppure la rivoluzione dal basso

Era il 25 luglio e ci eravamo insediati da poco quando una nota sui costi della politica, a firma Nina Lo Presti, veniva inviata al Presidente del Consiglio Comunale, ai Capigruppo e al Sindaco. In quella nota, già inviata qualche giorno prima a Lucy Fenech, capogruppo di Cmdb, che non aveva preso iniziative in merito, si chiedeva, in adesione alla scelta di Renato Accorinti e dei suoi Assessori di rinunciare ad una parte consistente dei propri emolumenti, di ridurre il numero delle Commissioni Consiliari e di prevederne lo svolgimento in orario pomeridiano. Quasi a prevedere il futuro, nella nota veniva sottolineato che “finché resteremo legati ai nostri piccoli interessi personali non ci sottrarremo dalle conseguenze che ne deriveranno; inutile nascondere, per quanto imbarazzante, come negli anni passati le commissioni consiliari siano state oggetto di interesse della stampa e persino della Procura della Repubblica proprio su questi temi”. E’ noto a tutti come sono andate le cose. Né Sindaco né assessori si sono ridotti un bel niente.
D’altronde, già allora la nostra Capogruppo Lucy Fenech non si fece interprete di quelle richieste, tanto da non esserci cenno di suoi interventi in tal senso nella conferenza dei capigruppo che seguì a quella nota. E’ singolare che oggi la stessa "inebetita Fenech", alla quale non avremmo replicato se ci avesse sorpreso facendo delle critiche politiche pertinenti alle nostre dimissioni, si lasci andare a falsità consapevoli scrivendo che "la consigliera Lo Presti tre anni fa criticò e non appoggiò la mia (della Fenech) delibera sui gettoni di presenza che tentava di proporre uno stile diverso alle commissioni, stile che a lei allora andava bene." Come faceva una consigliera che aveva chiesto di ridurre il numero di commissioni e che queste venissero svolte di pomeriggio (quindi senza aggravio per il bilancio dell’Ente) ad apprezzare “lo stile” con il quale veniva gestito tutto il sistema delle Commissioni Consiliari? Quella della Fenech è una evidente diffamazione, dimostrata dal fatto che entrambi votammo la delibera sui gettoni di presenza della capogruppo di cmdb.
Certo, la sua delibera non era un granché ben costruita (nonostante a detta sua avesse lavorato tanto per scriverla) e ne facemmo rilevare i limiti, tanto che un emendamento a firma Luigi Sturniolo, nel tentativo di migliorare almeno un po’ la delibera, proponeva che i rimborsi per i viaggi dei consiglieri comunali fuori sede venissero riconosciuti solo nel caso in cui fosse stato utilizzato “il mezzo più vantaggioso per l’ente”. Sì perché, questo va detto, mentre l’ormai ex consigliere Sturniolo, che abita a Nizza di Sicilia, non ha mai chiesto (ritenendolo un atto vergognoso nel contesto di un Comune che non ha i soldi per tenere attive le mense negli asili) i rimborsi, la virtuosa Fenech, che abita a Rometta, invece, li ha sempre percepiti. Tuttavia, quella delibera la votammo perché ritenevamo giusto che l’effettiva partecipazione fosse misurabile.
Inoltre, sempre l’inebetita Fenech scrive, a proposito dell’inchiesta Gettonopoli, che "il consigliere Sturniolo si è trovato in più occasioni a difendere in commissione e consiglio i consiglieri coinvolti prendendosi per questo anche applausi da stadio". Anche questa è una dichiarazione dal carattere diffamatorio. Nessuno ha mai preso applausi da stadio per interventi sull’inchiesta relativa a Gettonopoli. Il consigliere Sturniolo ha preso gli applausi dall’aula in una occasione (tanto che la Presidente Barrile dovette interrompere i lavori) poichè alla Fenech che parlava di seduta di consiglio infruttuosa faceva notare che era inverosimile che il capogruppo del Gruppo consiliare dell’Amministrazione parlasse di infruttuosità laddove a maggio 2016 non era ancora giunto in aula il previsionale 2015. Una battuta spontanea che facilmente avrebbe catturato l’ilarità di chiunque.
Il consigliere Sturniolo, contro cui tanto la Fenech si scaglia, è intervenuto, invece, pubblicamente più volte su Gettonopoli, anche con note critiche, ma per mettere sull’avviso che il rischio era che la narrazione che si costruisce intorno a quelle fattispecie avesse anche la finalità di delegittimare le assemblee elettive in generale. Riteniamo, infatti, che ci sia bisogno di più democrazia e non di verticalizzazione delle decisioni. D’altronde, ci siamo sempre dichiarati garantisti convinti e non abbiamo mancato di sottolinearlo neanche in quest’ultima fase della nostra partecipazione alla vita del consiglio comunale. La Fenech, però, è troppo fragile politicamente per comprendere appieno questo tipo di argomentazioni. Come ha sempre dimostrato, è accecata dal settarismo.

Nina Lo Presti
Luigi Sturniolo