
Il problema non sono né quellidiprima, né quellidiora, né Renato e gli Accorintiani. Il problema siamo noi, i Messinesi, sconfitti dall’apatia, ignoranti civici per "comodità" . È come se non ci importasse della qualità della nostra vita. Perché se comprendessimo l’importanza del nostro ruolo di cittadini sapremmo cosa fare. Ma non ci interessa, per vari motivi, molti dei quali sintetizzati nei seguenti punti:
1) dare la colpa agli altri e dire che tanto non cambierà mai niente deresponsabilizza. Se non è colpa nostra, non è in nostro potere cambiare le cose e possiamo passare il tempo a lamentarci.
2) facciamo già il nostro lavoro e se non stiamo attenti ci licenziano: perché dovremmo controllare pure il lavoro degli altri?
3) tutto sommato la mattina c’è il sole e i soldi per un caffè li troviamo sempre.
4) in fondo chi non sbaglia? Una mano lava l’altra ed entrambe lavano il viso.
5) essere onesti e adottare comportamenti civili è una perdita di tempo: tutti hanno un amico che lavora al comune, che "facilita" le procedure, che toglie la multa, che s’interessa, che ha un amico che arriva ovunque..
6) Cambiare presuppone Fare. Fare vuol dire cambiamento, e cu cancia a vecchia casa nova sapi chiddu chi lassa ma non chiddu chi ttrova. E poi si stava meglio quando si stava peggio.
Finché non acquisiremo coscienza civica come singoli e come collettività non cambierà nulla, saremo sempre schiavi di padroni che ci fanno favori.
Per avere diritti dobbiamo diventare Cittadini, comprendere la relazione tra diritti e doveri, pretendere la normalità.
Ce la faremo
Simona Genitore