Hugo Cabrera, il manager. Franco Pavesi, il dottore. Giorgio Levi, il professore. Il compagno della commercialista: il mediatore. Uomini distinti e forbiti. Nomi di fantasia, appuntamenti d’affari a Lugano e Strasburgo; la serietà di uno studio commercialista, l’affidabilità dell’eleganza, proposte discrete ed allettanti per chi, come un’imprenditrice novarese, avendo bisogno di liquidità aveva deciso di vendere un immobile di proprietà dal valore di due milioni e mezzo di euro. Affare fatto, ma in cambio della “giusta” percentuale “per poter muovere somme così importanti”: 400.000 euro richiesti in un primo momento, 150.000 consegnati in contanti. E naturalmente spariti. Il Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Aosta ha indagato per mesi sulla vicenda, identificando e denunciando alla Procura della Repubblica cinque persone per truffa, un aostano, un pavese, un milanese e due vercellesi (questi ultimi di origine straniera) – tutti tra i 55 e i 71 anni di età(*). Per garantire al gruppo la massima credibilità, uno dei truffatori ha approfittato della buona fede di una commercialista aostana (dimostrata estranea alla vicenda), convinta di dover contribuire professionalmente ad un’importante operazione immobiliare a favore di un imprenditore interessato ad avviare un’attività in Valle d’Aosta. La persona truffata, certa di concludere favorevolmente la compravendita peraltro su espresso consiglio di un conoscente (tra i cinque denunciati), ha partecipato a diverse riunioni d’affari organizzate dal gruppo all’interno di lussuosi hotel di Lugano, Nizza e Strasburgo, durante le quali sono stati stabiliti i patti: per la vendita dell’immobile dal valore milionario di sua proprietà, sarebbero però serviti subito 400.000 euro, naturalmente in contanti, necessari per l’imponente opera di intermediazione immobiliare nei confronti di una holding interessata ad acquistarlo addirittura “per conto del Vaticano”. Tutto falso. L’imprenditrice casca nel tranello e firma il compromesso. _/_ Riesce a farsi prestare da conoscenti i primi 150.000 euro, che consegna in contanti nelle mani del finto manager a Nizza, sottraendosi peraltro agli obblighi in materia valutaria sull’esportazione di denaro. Dopo indagini, esame di tabulati telefonici, mail e documenti, le Fiamme Gialle valdostane hanno identificato e denunciato tutti gli ideatori della frode, già noti per essere truffatori di mestiere. (*) G.C., 60 anni, di Aosta; D.P.V., 63 anni, di Cilavegna (PV), M.R., 66 anni, di Abbiategrasso (MI); A.N.D., 71 anni e G.A., 56 anni, entrambi di Gattinara (VC).