Rallenta il ritmo di crescita dell’economia

L’economia italiana continua a crescere con un ritmo moderato: i consumi sono il principale motore a cui si accompagna anche un miglioramento degli investimenti. Lo rileva l’Istat nella nota mensile sull’andamento dell’economia italiana precisando tuttavia che l’indicatore composito anticipatore dell’economia ha segnato un ulteriore calo, suggerendo il rallentamento nel ritmo di crescita dell’attività economica nel breve termine. Nel primo trimestre del 2016 la spesa delle famiglie residenti è cresciuta su base congiunturale allo stesso ritmo del trimestre precedente (+0,3%). Gli aumenti più rilevanti si sono registrati nella spesa in beni non durevoli (+0,7%) e in quelli durevoli (+0,5%, in rallentamento rispetto ai trimestri precedenti) mentre le spese per i servizi sono risultate più deboli (+0,2%). Anche la spesa delle amministrazioni pubbliche ha registrato un lieve incremento (+0,2%). In maggio è proseguito il calo di fiducia dei consumatori iniziato a gennaio. Nell’ultimo mese risultano in peggioramento le valutazioni sul clima economico e, in misura più lieve, sul clima futuro. Il mercato del lavoro mostra un andamento articolato nelle sue componenti. Ad aprile l’aumento degli occupati ha riguardato sia gli uomini (+0,3% su base congiunturale) sia, in misura minore, le donne (+0,1%. La crescita ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,2%, 35 mila occupati in più), a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine e ha riguardato anche gli indipendenti (+0,3%). Nello stesso mese, il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare (11,7%, un decimo in più rispetto a marzo), come effetto dell’evoluzione della componente femminile: il tasso di disoccupazione delle donne è infatti cresciuto di cinque decimi di punto rispetto a marzo, toccando quota 12,8%. Tale andamento è legato alla crescita del numero di donne in cerca di occupazione (+4,2% in un mese) in corrispondenza di un calo delle inattive (-0,8%) che riflette, presumibilmente, un aumento dell’intensità nella ricerca di lavoro. Contempo-raneamente, il tasso di disoccupazione maschile ha proseguito la discesa, raggiungendo ad aprile il 10,8%, un decimo di punto in meno rispetto al mese precedente. A maggio, le aspettative formulate dagli imprenditori sulle tendenze dell’occupazione per i successivi tre mesi sono in miglioramento nei servizi a fronte di un complessivo peggioramento negli altri settori. Gli incrementi delle retribuzioni contrattuali pro-capite restano molto limitati (ad aprile hanno segnato una crescita tendenziale dello 0,6%) in un contesto di riduzione del livello dei prezzi al consumo. Ad aprile, si legge ancora, l’aumento degli occupati ha riguardato sia gli uomini (+0,3% su mese) sia le donne (+0,1%). La crescita ha coinvolto i dipendenti a carattere permanente (+0,2%, 35 mila occupati in più), a fronte di una sostanziale stabilità di quelli a termine. Il tasso di disoccupazione ha ripreso ad aumentare, all’11,7%, come effetto della crescita della disoccupazione femminile al 12,8% legata all’aumento del numero di donne in cerca di occupazione (+4,2% in un mese) in corrispondenza di un calo delle inattive(-0,8%).