In occasione del 20 giugno, data in cui si celebra la Giornata Mondiale del Rifugiato, appuntamento annuale istituito nel 2000 dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite per sensibilizzare l’opinione pubblica sulla condizione dei rifugiati, come ogni anno, il Gruppo Umana Solidarietà “Guido Puletti” vuole ricordare e farsi promotore dei diritti di milioni di persone costrette a fuggire dai propri Paesi a causa di sanguinose guerre civili, violazioni dei diritti umani, abusi, persecuzioni e torture perpetrate ai loro danni. Solo nel 2015, in Italia, sono stati 153.842 gli arrivi di migranti e rifugiati via mare mentre in questi primi mesi del 2016 quasi 52mila gli arrivi e 2.859 i morti e si prevede che questo numero aumenti vertiginosamente nei prossimi giorni e con esso anche il rischio di altre perdite di vite umane in mare.
Per l’occasione il GUS nelle sue sedi territoriali in Abruzzo, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Sardegna, grazie alla partecipazione e al contributo dei suoi collaboratori, dei beneficiari, dei volontari e cittadini, darà vita ad un programma articolato con moltissimi e variegati eventi, tra cui momenti di formazione e informazione, di riflessione e dibattiti, manifestazioni artistiche e teatrali, mostre fotografiche, proiezioni di film e documentari, spettacoli teatrali e di danze africane, attività ludiche e ricreative, momenti di socialità e convivialità. Tutte le iniziative promosse dal GUS hanno un unico comune denominatore e obiettivo di fondo: informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulle condizioni dei rifugiati, di uomini e donne che, lontani dalle proprie terre e dai propri affetti, si sentono soli di fronte al proprio destino, ignorati dai più, di chi non sa cosa aspettarsi dal futuro. E sopratutto per combattere i pregiudizi contro i rifugiati e ricordare che sono anziani e giovani, bambini, famiglie intere, esseri umani con volti, nomi, storie che meritano di essere raccontate ed ascoltate, persone che sognano di avere un lavoro per vivere bene e dignitosamente, che sognano di poter ricominciare e costruire un nuovo progetto di vita. Persone in cerca di una via verso il nord Europa. Verso la libertà. Verso un futuro possibile.
“In un momento di forti tensioni e grande fragilità e divisione per l’Europa, sia per quanto riguarda il dibattito politico intraeuropeo intorno al tema delle migrazioni che per il clima sociale ostile nei confronti dei rifugiati e dei migranti, il nostro impegno – dichiara Bernabucci – nel tenere viva l’attenzione, sensibilizzare e coinvolgere la cittadinanza tutta è ancora più necessario. Quest’anno più che mai ci siamo concentrati sulle tante esperienze positive di cui ogni giorno siamo testimoni, sulla “buona accoglienza”, sull’integrazione che spesso è fortunatamente cronaca quotidiana per tanti nostri operatori. Abbiamo deciso di dare spazio alle facce sorridenti e non più terrorizzate dei beneficiari ospiti dei nostri progetti, abbiamo voluto raccontare e far raccontare ai rifugiati stessi non più gli inferni dai quali sono fuggiti ma i sogni e i loro progetti per un futuro sereno e possibile. Ancora una volta al centro di tutte le iniziative promosse dal GUS nelle regioni in cui opera – continua Bernabucci – ci sarà la creazione di occasioni di scambio e confronto, dal carattere fortemente inclusivo e socializzante, volte all’incontro informale tra cittadinanza e rifugiati presenti sul territorio, in un contesto amichevole e di festa, nel quale favorire la conoscenza reciproca, diretta e immediata tra cittadini italiani e nuovi cittadini attraverso i mediatori simbolici del cibo, della musica, del teatro e del cinema capaci di veicolare vissuti, esperienze ed emozioni”.
“Di fronte alla chiusura delle frontiere e alle nuove ostilità tra Paesi confinanti, di fronte ai sentimenti prevalenti nell’opinione pubblica di odio e paura nei confronti dei rifugiati e dei migranti, di fronte alla diffusione di politiche nazionaliste e populiste e al dilagare di atteggiamenti xenofobi, – continua Bernabucci – sentiamo ancor di più vivo il nostro impegno nel difendere i diritti di chi è costretto a fuggire dai propri Paesi, e la responsabilità di farci promotori di una cultura della pace. La grande sfida a cui siamo chiamati come società civile si vince solo se saremo in grado di tessere collaborazioni e costruire ponti e non innalzando muri e ripristinando le frontiere. Per questo chiediamo – conclude Bernabucci – un maggiore sostegno degli Stati europei verso altri paesi che ospitano attualmente il maggior numero di rifugiati, come il Libano, la Giordania e la Turchia, e una maggiore solidarietà tra tutti i Paesi europei e maggiori investimenti da parte di tutti per assicurare ai rifugiati l’accesso a tutti i diritti che spettano loro. Chiediamo, infine, all’Europa di rivedere le misure adottate in materia di migrazioni e un maggiore impegno nell’attuare politiche interculturali di integrazione affinché possa realizzarsi una integrazione inclusiva e siano garantiti pari diritti e opportunità alle persone che scelgono l’Europa come continente ospitante, dopo essere state sradicate da conflitti e instabilità nel proprio paese”.