Non ci sono più gli spazi né gli euro per fare attività agonistica

di Roberto Gugliotta

C’è un’aria da funerale nella Sicilia che ama il basket. Non solo per la scomparsa di squadre partecipanti, ma per tutte le società che nonostante tutto continuano a investire nell’attività agonistica. C’è un’aria da requiem adesso che la palla passa alle urne. Se tutto il motivo della disputa sta nell’assegnare due o più poltrone a Tizio o Caio, siam messi proprio male. No, il movimento siciliano per risorgere ha bisogno di molto altro: a iniziare dagli investitori e per ottenere la loro attenzione, bisognerà offrire qualcosa. Ma cosa? Magari spazi, interessi e gare da trasmettere in televisione. Tasto dolente. La federazione che organizza i campionati da questo orecchio non ci sente: a loro che importa se le società minori falliscono? Anzi, da ogni fallimento guadagnano i parametri che spalmati anno dopo anno, permettono ai federali la tranquillità economica. E così di aprire a nuove iniziative non ci pensano proprio: la Federazione diventa ricca, sempre più ricca, con il minimo sforzo. Mamma Fip pretende le tasse ma in cambio non dà aiuti né offre servizi degni di tale nome. E così stagione dopo stagione assistiamo a tanti funerali sportivi. Cosa dicono in proposito i federali di Antonio Rescifina? E quelli che sostengono Michelangelo Sangiorgio? Progetti di cambiamento? Iniziative per coinvolgere Regione e Coni? No, non possiamo inchiodare nessuno. La nostra è un’accusa di passione, di cuore, mica una richiesta precaria e leggera. Per spedire la gente in Federazione, ci vogliono prove oggettive, programmi rivoluzionari, persone non inquinate dal tempo e da altre manipolazioni. Ci avete chiesto un parere, eccolo: la Fip Sicilia non può ripartire dal solito balletto di sedie. Io voglio il settore giovanile maschile, il femminile va a Caio… Non ci sono più gli spazi, né gli euro per fare attività agonistica e dunque vanno necessariamente trovate altre strade. Non si possono sempre tassare e tartassare le società: chi vince un campionato che cosa riceve dalla Federazione? Zero. Chi promuove il basket come sport sociale che benefici ottiene dalla Federazione? Zero. Chi apre le palestre gratuitamente ai ragazzi per toglierli dai pericoli della strada che ci guadagna? Zero. Inutile chiamare la coscienza, affidarsi al suo rigore, se poi le si danno in mano pezzi avariati, passati in troppe mani e in troppe poltrone. Perché questa Federazione pallacanestro che spesso si fa gonfiare dai venti, dalle bufere, dagli umori, fa poco o niente per ancorarsi nei palazzetti, nei quartieri a rischio e non essere una bandiera dove si asciugano le rabbie e le frustrazioni del momento. Qualcuno prima o poi ci dovrà spiegare perché in questi cammini elettorali piange anche la testa, e non solo il cuore. Perché ci sia così poco amore per lo sport ma solo tanto interesse personale che ferisce i tanti appassionati che, stagione dopo stagione, si sacrificano affinché il basket non muoia per colpa dei d-istruttori.