SCUOLA – Trasferimenti, siamo al bailamme con Giannini che blocca tutto per tre anni

Non vi sono più dubbi: la mobilità scolastica 2016/2017, derivante dalla Legge 107/2015, è un vero flop. Si registrano ritardi nelle pubblicazioni, errori a catena nelle assegnazioni delle sedi, mancanza totale di informazioni. Alla luce delle innumerevoli segnalazioni ricevute, Anief decide di passare ai fatti, mettendo a disposizione degli interessati un modello di reclamo/istanza di accesso agli atti per ottenere dalle amministrazioni periferiche del Miur la documentazione utile a chiarire se nella procedura di mobilità siano avvenute, come pare, parzialità e grossolani errori.

Molti docenti, infatti, continuano a lamentare il mancato ottenimento della sede/ambito territoriale richiesto tra le prime preferenze e segnalano che altri candidati, in possesso di punteggio minore, hanno, invece, ottenuto il movimento proprio per le medesime province d’interesse. Considerando la poca trasparenza nella pubblicazione dei bollettini di trasferimento emanati da molti Ambiti Territoriali Provinciali – riscontrata anche nella graduatoria nazionale dei movimenti per la scuola primaria resa pubblica dal Miur – il giovane sindacato ha provveduto, nel contempo, a inviare espressa richiesta al Dicastero di Viale Trastevere e alle amministrazioni provinciali competenti perché vengano pubblicati con solerzia tutti i dati utili ai fini del controllo del corretto espletamento della procedura di mobilità. Si chiede, nello specifico, la ripubblicazione dei movimenti della scuola primaria e la pubblicazione dei prossimi movimenti per le scuole secondarie, con la specifica, per ciascun candidato, della fase della procedura di mobilità cui ha partecipato e l’eventuale diritto alla precedenza in base all’art. 13 dello specifico contratto sulla mobilità 2016/2017, sottoscritto l’8 aprile scorso.

Solo in questo modo, il Ministero dell’Istruzione potrà fugare tutti i dubbi sulla correttezza dell’intera procedura e, pur nel rispetto della privacy, il nostro sindacato reputa indispensabile che un’amministrazione pubblica fornisca tutte informazioni utili al personale coinvolto nei movimenti per verificare la correttezza dell’assegnazione della sede o dell’ambito territoriale ottenuto. Se le Amministrazioni dovessero rivelarsi sorde alle legittime richieste dei docenti interessati, il nostro sindacato sta già provvedendo ad attivare una specifica procedura con un’azione legale.

Anief ritiene, infatti, altamente improbabile che le tante contestazioni di tantissimi insegnanti sui trasferimenti, corrispondenti ai trasferimenti delle fasi B, C e D, derivino da frustrazioni personali, come ha detto oggi il ministro Giannini: basta ricordare che solo nella nelle scuole primarie della provincia di Napoli sono stati segnalati 472 errori su 1176 trasferimenti, quindi più di un trasferito su tre. Per non parlare del bailamme della scorsa settimana, con migliaia di docenti della scuola dell’infanzia e primaria che ancora attendono spiegazioni.

Giannini, però, invece di ammettere la realtà, è stata perentoria: "Non ci sono stati disguidi. È un processo molto complesso perché quest’anno sulla base della legge, così come uscita dal Parlamento, c’è un piano di mobilità straordinaria. Questo significa che tutti coloro che volevano entrare o rientrare in mobilità – ha spiegato – potevano farlo quest’anno. Poi ci sarà un blocco per tre anni, dopodiché si procederà triennio per triennio dando così continuità didattica".

Per Anief, le dichiarazioni di Giannini non fanno altro che aggravare la situazione: “sarebbe bastato ammettere gli errori e garantire la massima trasparenza sui trasferimenti svolti e da svolgere – commenta Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal -, invece il Ministro si rifà al mito della continuità didattica, come se dipendesse solo dalla conferma dei docenti negli ambiti territoriali e non fosse legata ad altri fattori, anche territoriali. A Giannini, vogliamo ricordare che, per legge e nel rispetto di principi costituzionali, i trasferimenti del personale di ruolo devono essere previsti ogni anno”.

“Non è un’interpretazione nostra, è bene ricordarlo, ma lo dice la madre di tutte le leggi italiane: l’articolo 29 della Costituzione, come anche il 31 e il 26, tutelano l’unità familiare e lo Stato non può minarla con disposizioni contrarie. Perché migliaia e migliaia di docenti, anche ultra quarantenni o cinquantenni, lontani dalle loro radici e dai loro affetti, rappresentano un serio problema per il sostentamento loro e delle rispettive famiglie. Tanto che in questi giorni stanno chiedendo sconti per i viaggi di lavoro e pure per i buoni pasto. Ci ritroviamo, in pratica, con miriadi di docenti ‘potenziatori’ illusi per un anno ed ora collocati, con procedure ancora una volta top secret, anche a mille e più chilometri da dove hanno svolto l’anno di prova”.

“È evidente, dunque, che negare la possibilità di avvicinarsi a casa e ai propri familiari, con cadenza annuale, come avviene per i pubblici dipendenti a tempo indeterminato, rappresenta un vero sopruso. Anche perché, lo dice sempre la Costituzione, il diritto al lavoro non può negare quello alla famiglia. È una prerogativa che riguarda tutti i lavoratori, persino i militari. Tanto è vero che nei contratti è prevista la possibilità di agevolare la procedura del ricongiungimento al coniuge o ai familiari”, conclude il presidente nazionale Anief.