“Ci chiediamo dove sia finita quella Palermo che dopo le stragi del ’92 alzò la testa, urlando la propria dignitosa volontà di cacciare via la criminalità dalle strade, dalle case, dalla vita dei cittadini onesti. Ce lo chiediamo perché c’è un solo un modo di cambiare le cose, ed è iniziando dal pretendere il rispetto delle regole e della legalità nella quotidianità, nelle faccende di ogni giorno, piccole o grandi che siano. Ma Palermo, oggi, mostra ancora il suo volto peggiore. Ciclicamente, nel corso dei mesi, si ripetono episodi gravissimi di incultura, di vera e propria eversione, di rifiuto di ogni regola e di ogni principio di civiltà, episodi che marchiano la città indelebilmente. Episodi che costano alle Forze dell’Ordine sacrifici e salute, e che rendono di una certa evidenza il fatto che in determinate zone d’Italia lo Stato deve dispiegare molti ma molti più mezzi e più uomini se vuole riaffermare la propria supremazia in territori che, ad oggi, hanno tutte le caratteristiche delle terre di nessuno”. E’ questo il commento di Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo che a Palermo, nel popolare mercato la Vucciria, i Poliziotti impegnati ad arrestare un rapinatore sono stati accerchiati ed aggrediti finché lo scippatore è riuscito a fuggire. La grave scena di violenza è avvenuta domenica notte nel popolare mercato del capoluogo siciliano dove i poliziotti erano intervenuti per bloccare un giovane che aveva appena scippato una ragazza. Mentre il presunto ladro era già stato ammanettato una decina di giovani ha circondato i poliziotti, cominciando a sferrare calci e pugni che hanno consentito allo scippatore di scappare. Dopo un giorno di ricerche del rapinatore, alla Questura sono state recapitate le manette spezzate. L’ultimo episodio del genere in ordine di tempo risale alla fine di aprile, quando sempre a Palermo, a seguito di una rapina da 10.000 euro al mercato ortofrutticolo, uno dei malviventi era riuscito a scappare grazie all’intervento di molte persone che avevano ostacolato la Polizia.
“E come abbiamo già detto in quell’occasione – insiste Maccari – gli episodi di accanimento gravissimo ed intollerabile contro le Forze dell’Ordine in servizio sono ormai faccenda quotidiana, e servirebbe un segnale assolutamente chiaro e preciso contro questa vergogna, una severità che dimostri a chi svolge questo lavoro che non deve temere di poter cedere alla tentazione di ‘girarsi dall’altra parte’ per evitare di lasciarci la vita o la salute, oppure di finire imputato e magari condannato se ha fatto il proprio dovere. Segnali, aggiungiamo oggi, che se quel che si è fatto finora non è sufficiente a combattere la sottocultura dell’illegalità diffusa nella mente dei cittadini, allora è necessario fare di più. Certamente non si può pretendere che siamo noi a fare i miracoli. Dopo tutti i nostri morti ed i nostri feriti in terra di Sicilia, ed a Palermo in particolare, l’impegno deve dimostrarlo lo Stato, fornendoci gli strumenti, i mezzi e i numeri adatti per combattere non solo la delinquenza comune e organizzata, ma anche per combattere una mentalità brutale e medioevale che sfigura quella regione proprio come altre che patiscono le stesse sofferenze, la Campania in testa. In questi luoghi, più che mai, ci serve che possiamo contare sul sostegno concreto delle Istituzioni che invece ancora ci manca; su una credibilità che invece viene erosa giorno dopo giorno da chi punta il dito contro di noi in continuazione ma non spende una parola di indignazione verso chi fa fuggire un rapinatore aggredendoci; su una collaborazione dei cittadini onesti che, andando oltre questi vergognosi episodi, sono chiamati a fare il proprio dovere anche e soprattutto in questo senso, dimostrando di stare senza se e senza ma dalla parte nostra e cioè della legge”.