Scrivevamo a metà agosto che la paura, l’ansia, l’apprensione e l’incertezza hanno effetti sul sistema economico, tanto da indurre una diminuzione dei consumi e, di conseguenza, una diminuzione del Pil e aumento del debito pubblico come si è verificato in quest’ultimo trimestre. L’apprensione è maggiore in particolari categorie di persone, come i pensionati che sono fuori dal circuito produttivo ma, anche, nei pensionandi, timorosi di non poter far fronte alle future spese di mantenimento. Proprio ieri, in una intervista pubblicata sul Il Sole24Ore, il presidente dell’Inps, Tito Boeri, è ritornato sull’argomento confermando l’idea di un ricalcolo contributivo delle pensioni "privilegiate". Di qui a passare al ricalcolo contributivo (tanto versi tanto ottieni) del sistema pensionistico generale, a stragrande maggioranza retributivo (mediamente l’80% dello stipendio), il passo non è poi così lungo se si vogliono ottenere cifre importanti di "risparmio". In percentuale un 30% in meno di pensione. Ad attenuare l’ansia non serve certo il riferimento ai vitalizi, perchè anche gli allocchi capiscono che da questi si passa alle pensioni "privilegiate" e, poi, a quelle ordinarie, percepite dalla stragrande maggioranza dei pensionati. Cosa induce la proposta di Boeri? Ansia, quindi minori consumi, diminuzione del Pil e aumento del debito pubblico. Non ci vuole una laurea in economia per capirlo ma, tant’e’, Boeri è convinto della propria idea incurante dei danni che, a nostro parere, provoca. Una domanda al Governo: questo professore (ahinoi i professori!) e’ l’uomo giusto al posto giusto?
Primo Mastrantoni, segretario Aduc