
Non passa giorno che sulle cronache locali -e non- di tutti i media, si parli del degrado urbano, quasi sempre associato allo spaccio di droghe illegali. Immagini di persone che bivaccano, meglio se con una qualche bottiglia in mano e una sigaretta che possa essere scambiata per spinello, e seduti nei luoghi piu’ significativi della città, chiese e piazze storiche, giardini frequentati anche di giorno da bambini, etc. Immagini su cui talvolta i media provvedono a oscurare i volti delle persone, ma non se queste sono manifestamente con la pelle non-bianca: dando così il loro contributo al discutibile legame, tipico di chi ragiona con la pancia invece che con la testa, tra non-bianco e spacciatore di droga, e quindi responsabile del degrado. Lasciando ad ogni media la propria responsabilità nell’alimentare disordine pubblico, cio’ che ci preme sottolineare e’ che il metodo per cercare di farsi meno male e’ a portata di mano, ma sembra che il nostro legislatore non sia interessato. Stiamo parlando della legalizzazione delle droghe, cioe’ il controllo del mercato da parte dello Stato per un prodotto che oggi -pur se illegale- è capillarmente diffuso e consumato sì da rendere libero il suo mercato: le forze dell’ordine non ce la fanno a seguire il ritmo dello spaccio per strada e, nonostante gli ingenti sequestri che vengono operati ogni giorno, la presenza e l’offerta di queste sostanze e’ sempre maggiore, soprattutto per strada. Le proposte di legge in Parlamento ci sono, ma sono al momento bloccate nonostante si sia manifestato un ampio schieramento trasversale che le sostiene. In prospettiva si vede solo il buio. E lo spinello, che è consumato da quasi tutti i giovani e non solo, continua ad essere venduto clandestinamente per strada da spacciatori che -in virtù di un potenziale loro maggiore guadagno- non esitano a proporre anche l’acquisto di sostanze piu’ pericolose e che creano facilmente dipendenza, come eroina, cocaina o metamfetamine varie. Al momento, nonostante le positive esperienze in merito registrate in diversi Stati europei e degli Usa e delle Americhe, la legalizzazione è una chimera. E il risultato sono queste immagini e queste quotidianità di cui dicevamo prima. Certamente il problema non sara’ risolto, ma sicuramente sara’ contenuto ed arginato, con meno spacciatori e meno clienti per le strade. Ci viene spontanea una domanda che rivolgiamo ai media, soprattutto locali, che sono giustamente preoccupati del degrado delle città per le quali si impegnano a svolgere un servizio di informazione: tante volte avete fatto campagne nell’interesse dei cittadini, promosso petizioni, sostenuto progetti di legge… perchè in questo caso vi limitate solo ad indicare coi volti scoperti non-bianchi i presunti colpevoli e non vi fate partigiani di una politica di riduzione del danno, sulle droghe e sulle nostre città?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc