Il Comune di Amatrice ha deciso di querelare la rivista satirica Charlie Hebdo. L’iniziativa e’ legata alla pubblicazione di due vignette che “canzonavano” il terremoto e rispondevano alle critiche della prima. Per restare in linguaggio satirico, la prima reazione è: Che palle! Non gli bastava -dovunque gli fosse capitato- sostenere che quelle vignette per loro fanno schifo? Evidentemente no: il loro spirito confessionale li porta a dover sostenere che ciò che a loro fa schifo debba necessariamente fare schifo per tutti, ed ecco qui la richiesta di censura e di danni. Quando si vive in un mondo in cui i propri principi si assimilano alle leggi e quello che per se stessi è peccato deve diventare divieto per tutti (anche quelli che di quel loro peccato se ne fanno un baffo), ecco che scattano gli avvocati (sempre pronti, basta pagarli…) che si fanno braccio armato degli offesi che si sentono investiti del bene, del pensiero e della cultura comune; una visione integralista e carceraria del proprio mondo! E poi, nello specifico, lo fanno “alla grande”, con in mezzo rogatorie internazionali, ambasciate, ministeri degli Esteri e chi più ne ha più ne metta. In merito abbiamo già scritto che non siamo grandi estimatori della satira del periodico parigino (2), ma e’ evidente che non possiamo non ergerci a difesa degli attaccati e divenire attaccanti di chi vuole censurarli. Certo, se l’amministrazione del Comune sconfitto dal terremoto sta cercando un po’ di clamore (e di per se’ questa ricerca -in generale- non potrebbe che farle bene) per evitare i veli di silenzio e della “abitudine al morto” che in genere vengono stesi su casi del genere, ha scelto -a nostro avviso- una mala strada. Impervia, disastrata, antipatica e -crediamo e ce lo auguriamo- con possibilita’ di scarsi risultati. Capiamo che sono messi male gli amministratori del Comune laziale, ma la disperazione non giustifica il fatto che comincino a tirare cazzotti contro il più prezioso bene delle nostre comunità civiche: la liberta’ di espressione. Un po’ di decenza, per favore. Invece di prendersela con quelli che dicono che avranno le casette provvisorie chissà fra quanti mesi invece che subito, o con lo Stato che indegnamente sospende le loro tasse solo fino a dicembre 2016, e con tanti altri che probabilmente stanno cominciando “a marciare” sulla loro disgrazia, eccoli che se la prendono con i guitti parigini. Mah, che strani gli esseri umani. Certo la loro bellezza è che sono diversi gli uni dagli altri, ma ci si consenta di apostrofare gli amministratori denuncianti come un po’ inutili. Chissa’ se ci manderanno una querela…..
Vincenzo Donvito, presidente Aduc