Domani tornano sui banchi gli ultimi studenti della penisola italiana: la prima campanella dell’anno scolastico suonerà anche in Campania, Emilia Romagna, Lazio, Marche, Puglia e Toscana. Molti alunni, purtroppo, il 20 per cento, non avranno il dirigente scolastico, con il proprio Istituto assegnato in reggenza: si tratta di 1.500 istituti autonomi su poco più di 8mila totali, con altre 1.500 scuole costrette a “cedere” il loro preside diversi giorni al mese. Potrebbe, però, essere davvero l’ultimo anno che le lezioni riprendono in tali condizioni di assoluta emergenza, con i capi d’istituto costretti a lavorare rincorrendo le sedi e ‘tamponando’ i problemi. È pronta, infatti, la versione definitiva del decreto sul concorso per nuovi dirigenti scolastici che, per questa occasione, proprio per evitare il ripetersi della situazione, sarà bandito su tutti i posti vacanti e disponibili nell’a.s.2016/17.
Secondo le ultime informazioni, raccolte dalla rivista Orizzonte Scuola, ne consegue che “il numero dei partecipanti, per questa tornata, sarà nettamente superiore al precedente concorso, dato che sarà permesso considerare valido per la partecipazione anche il punteggio pre ruolo. Ma ci sono anche altre novità: leggendo l’ultima versione del decreto si evince che potrà partecipare al concorso il “personale docente ed educativo assunto a tempo indeterminato, in possesso di diploma di laurea magistrale, specialistica o conseguita secondo il vecchio ordinamento, di diploma accademico di II livello o diploma accademico di vecchio ordinamento, e che abbia un’anzianità di servizio pari almeno a 5 anni, compreso il servizio pre ruolo”. E ci fermiamo lì: rimane, quindi, il ‘disco rosso’ nei confronti dei precari.
Una decisione che la stessa rivista specializzata ha definito come una “nota stonata”. Esistono, infatti, sentenze emesse dai Tar che dicono il contrario: “ad esempio quella patrocinata dagli avvocati F. Ganci e W. Miceli dell’ANIEF, la n. 5011/14 che ha riguardato tre precari che oggi siedono alla scrivania della dirigenza. In occasione del dibattito in tribunale, l’avvocatura dello Stato ha affermato che i precari svolgono un lavoro diverso, non potendo ricoprire incarichi e instaurando un rapporto di discontinuità nel servizio, pertanto non avrebbero diritto a partecipare ai concorsi per diventare Dirigenti. Di diverso avviso il giudice”.
Su questo punto, rispetto alla bozza inviata lo scorso 14 giugno dal Ministero dell’Istruzione, il Miur sembra inamovibile, così come non sembrano avere avuto seguito tutte le indicazioni pervenute dal Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. In linea generale, il testo in via di approvazione prevede una prova preselettiva (50 quesiti a risposta chiusa da allestire in presenza di un alto numero di domande), uno scritto (5 domande a risposta aperta, di cui una in lingua straniera) e l’orale. Ai candidati saranno formulate anche domande di informatica, sul funzionamento del PC e dei software applicativi più diffusi: i nuovi presidi dovranno conoscere una lingua straniera a scelta tra francese, inglese, tedesco e spagnolo, oltre che tradurre un testo scelto dalla commissione, cui seguirà una breve conversazione.
Scritto e orale si superano con un minimo di 70 punti. Il punteggio massimo ottenibile è 100 per lo scritto, 100 per l’orale, 30 per i titoli. I candidati idonei, poi, dovranno svolgere un corso di 4 mesi e un tirocinio della stessa durata gestiti dal Miur. Sui requisiti d’accesso, il Miur richiede il possesso del diploma di laurea e lo svolgimento di 60 mesi di servizio di docenza (5 anni, per la prima volta anche non continuativi visto che varranno pure i servizi svolti da precari). Rimane aperta, invece, la “falla” che riguarda l’esclusione dei docenti precari abilitati all’insegnamento.
“Anief non demorde – annuncia Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – e spera sino all’ultimo che, nella versione finale del decreto che arriverà in Gazzetta Ufficiale, sia data la possibilità di partecipare alle prove selettive anche al personale non di ruolo in possesso, comunque, dei titoli di accesso, la laurea e l’abilitazione all’insegnamento, nonché dei cinque anni di servizio,. Ricordiamo che il Tar del Lazio ha emesso la sentenza 5011/2014, attraverso cui ha fatto sapere che non è necessario essere assunti a tempo indeterminato, ma solo dimostrare di essere in possesso del titolo di studio e aver insegnato almeno 5 anni non continuativi. Qualora questa sentenza non dovesse essere, quindi, rispettata dal decreto e dal bando di concorso per dirigenti scolastici, escludendo i precari dalla selezione, Anief ha già predisposto il ricorso da presentare in tribunale”, conclude Pacifico.