Fertilità e ministero Salute. Non ce la fanno, è più forte di loro. Chissà la prossima….

Dopo la “gaffe” della campagna pubblicitaria con cui si invitava in fretta a fare figli, dimentichi che nel Pianeta (di cui l’Italia fa parte…) c’è un grosso problema di esplosione demografica, e che i confini, nonostante le bramosie di alcune persone, sono sempre più inesistenti non solo dal punto di vista del mercato economico, il ministero della Salute ha fatto un nuovo opuscolo, reimpostando il tutto. Opuscolo che è già stato ritirato: e mentre prima avevano licenziato l’agenzia esterna a cui avevano commissionato la campagna, ora un simile provvedimento (senza licenziamento ovviamente) è stato preso verso chi all’interno del ministero si è prodigato nel concepire, creare e divulgare un opuscolo sostanzialmente razzista: per rappresentare il binomio vita sana-fertilità, la comunicazione iconografica era in un confronto bianchi contro neri: da un lato ragazzi biondi e sorridenti a illustrare le "buone abitudini da promuovere"; dall’altro giovani neri con le treccine, e mentre fumavano qualcosa che poteva essere assimilato a uno spinello, a rappresentare i "cattivi compagni da abbandonare". In Rete si trova ampia documentazione in merito, per tutti i gusti. Noi -come sempre in sintonia col Candide di Voltarie- restiamo stupefatti di tanta solerzia (per usare un termine gentile) e ci viene subito una considerazione/consiglio per il ministero: Astenetevi! Una sorta di coitus interruputus? No, rinunciatevi proprio! Prendendo atto che i propri convincimenti, oltre a essere molto minoritari e razzisti, visto che il ministero dovrebbe svolgere una funzione di rappresentanza di tutti gli italiani (anche quelli che non hanno votato chi poi li ha scelti come ministri), è bene che il ministero emargini dalle proprie iniziative tutto quello che ha a che fare con ideologia, morale o etica che dir si voglia. Si limitino a fare i ragionieri delle Regioni (che hanno il vero potere sul Sistema Sanitario), in attesa che qualche saggio riproponga e attui l’abolizione di questo inutile ministero. Certo, al ministero potrebbero incaponirsi e “tirare diritto”, ma sarebbe una battaglia persa in partenza: il loro incaponimento è roba da “culturale” e non da istituzioni, e -almeno per il momento, e nonostante vari tentativi miserevoli- la cultura non può essere affar di Stato. E’ probabile che le nostre riflessioni e consigli non verranno presi in considerazione (ci siamo abituati, ma veniamo e perseveriamo nella cultura del “non mollare!”). Per cui siamo molto curiosi di sapere quale sarà la prossima mossa. Già vediamo i vignettisti stile Charlie Hebdo che affilano le matite….

Vincenzo Donvito, presidente Aduc