
Il mercato interno traina il fatturato dell’industria, che a luglio cresce del 2,1% rispetto al mese precedente. Lo indica l’Istat. Rispetto a luglio 2015 la variazione tendenziale, corretta per l’effetto di calendario, mostra un calo dello 0,7 per cento. Dato negativo, invece per gli ordinativi. L’Istat segnala una flessione sul mese del 10,8% dovuta però "al risultato eccezionalmente elevato registrato nel mese di giugno (+14,3% su maggio)" grazie al traino della cantieristica. Tornando al fatturato, l’Istat segnala il contributo positivo alla crescita di luglio proveniente dal mercato interno (+3,2%) mentre il mercato estero è rimasto stabile. Nella media degli ultimi tre mesi, l’indice complessivo diminuisce dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti. L’Istat nella consueta rilevazione mensile aggiunge che gli indici destagionalizzati del fatturato segnano incrementi congiunturali per tutti i raggruppamenti principali di industrie, particolarmente rilevanti per i beni strumentali (+4,7%) e per l’energia (+3,8%). Per il fatturato manifatturiero, l’incremento tendenziale più rilevante si registra nelle industrie tessili e dell’abbigliamento (+6,1%), mentre la maggiore diminuzione riguarda la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,3%). Gli indici destagionalizzati del fatturato per raggruppamenti segnano a luglio variazioni positive rispetto a giugno per i beni strumentali (+4,7%), l’energia (+3,8%), i beni di consumo (+1,2%) e per i beni intermedi (+0,4%). Riguardo agli ordinativi, l’Istat osserva che in confronto con luglio 2015, l’indice grezzo segna un calo dell’11,8 per cento. L’incremento più rilevante si registra nei prodotti elettronici (+20%), mentre la flessione maggiore si osserva nella fabbricazione di mezzi di trasporto (-35,6%) e in particolare nel settore della cantieristica. Il confronto annuale del fatturato (corretto per l’effetto di calendario) mostra le variazioni positive più marcate nelle attività estrattive (+10,1%), delle industrie tessili, abbigliamento (+6,1%) e della fabbricazione di mezzi di trasporto (+5,5%). I cali più forti, invece, l’Istat li segnala per la fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (-15,3%), per quella dei computer, elettronica, elettromedicali e orologi (-12,7%) e nella metallurgia (-4,3%).