STRISCIONE REGENI, DIPIAZZA SU RADIO 24: MI SONO TOLTO IL DENTE CARIATO

“E’ diventato un fatto politico”, così Roberto Dipiazza, sindaco di Trieste, spiega a Effetto Giorno, su Radio24, la rimozione dello striscione “Verità per Giulio Regeni” dal palazzo del Comune. “In questo momento con tutti i problemi che abbiamo nel paese, con tutti i problemi di occupazione per i giovani che ho in città, se devo occuparmi di queste cose… questa mattina mi sono alzato, ho visto il giornale, ho detto ‘bene. Così lo tolgo. Così mi sono tolto il dente cariato e non ci sono più polemiche”. Addirittura dente cariato? “E sì perché il giornale l’ha messo come un problema politico – spiega Dipiazza riferendosi al “Piccolo”, che ha pubblicato lo striscione a tutta pagina in prima – invece questo disgraziato è morto torturato per altre motivazioni, ha avuto tutta la mia solidarietà e la solidarietà di tutto il paese, però adesso è intervenuta la politica e quando interviene la politica a me non va più bene, perché se è un fatto politico allora lo tolgo. E’ da Febbraio che sposto questo striscione: prima l’ho dovuto fare per la Film Commission e sono arrivate le proteste, poi per il Festival Next e sono arrivate centinaia di mail. Premessa la mia completa solidarietà alla famiglia per quello che è successo al figlio per le torture che ha subito, ma poi lo striscione è diventato un fatto politico. Il PD cavalca questa cosa, allora a questo punto se loro cavalcano io lo tolgo. Poi alla fine sono l’unico ente che ho messo fuori questo striscione, che dovrebbe essere esposto al palazzo del governo”. Li ha chiamati i genitori di Regeni, li vuole chiamare? “Ma io non ho nessun problema sono nato a un chilometro da Fiumicello dove è nato Regeni, si figuri se non posso chiamarli, ho fatto il militare a Villa Vicentina che è a 200 metri da Fiumicello si figuri”. Il punto, secondo Dipiazza, è anche da quanto tempo è esposto: “Non è da una settimana, è da febbraio. Ho capito dalle polemiche del PD che se anche lo avessi tolto fra tre anni sarebbe stato troppo presto”.