“Ma lo sanno in Britannia che a partire dal 1061 i normanni, con a capo Ruggero d’Altavilla, prima di conquistare l’Inghilterra, furono artefici della creazione del Regno di Sicilia, sottraendolo agli Arabi?”. Così commenta Marcello Pacifico, sindacalista e docente a contratto di Storia medievale, le sacrosante proteste prodotte dai nostri connazionali in Inghilterra e Galles, oltre che dell’ambasciata d’Italia nel Regno Unito, a seguito dei moduli d’iscrizione messi online da alcune circoscrizioni scolastiche dei due Paesi nelle quali è presente la distinzione etnico-linguistica riservata ai bambini provenienti dall’Italia.
Pacifico ha seguito fin dall’inizio il percorso che ha portato il patrimonio arabo-normanno a essere dichiarato patrimonio dell’umanità, partecipando a diverse conferenze in Italia e all’estero fin dalla presentazione della sua candidatura nel 2009 accolta dal Parlamento. Oggi reputa irriguardoso, ma soprattutto frutto della mancata conoscenza della storia nazionale e d’Europa, la decisione di formulare dei moduli d’iscrizione con sopra scritto "Italiani", "Italiani-Siciliani" e "Italiani-Napoletani".
“Queste persone – dichiara il docente – ignorano il fatto che ci sono certi Paesi che hanno una matrice comune. Sono sacrosante le proteste degli studenti e delle famiglie per quanto avvenuto. Come sono doverose le scuse di Londra. Evidentemente, in Inghilterra ignorano la storia del nostro meridione, di cui anche i loro avi sono stati artefici. Catalogare gli italiani in questo modo, dimostra prima di tutto la mancanza di conoscenza delle proprie origini: le nostre, come le loro. Perché gli stessi popoli conquistatori provenienti della Normandia, successivamente si recarono nel Regno Unito: in entrambe le terre portarono cultura e nuove leggi. Quindi – conclude Pacifico – nel discriminare il Sud Italia calpestano anche le loro origini”.