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Le firmatarie e i firmatari di questa lettera, inizialmente riunitisi intorno all’associazione F Come (che promuove le pari opportunità in Italia e in Europa), includono rappresentanti di molte realtà associative e del terzo settore, oltre a insegnanti, ricercatori, psico-terapeuti, attivisti, preti, giuristi, operatori sociali.
Vi sappiamo colpiti nel profondo dall’ondata di abusi, stupri e femminicidi cui il paese ha assistito impotente negli ultimi mesi. Lei, Presidente Renzi, ha affermato in una recente intervista che sulla violenza contro le donne il governo italiano “non può fare moltissimo”, posto che si tratta innanzitutto di una battaglia “culturale, sociale, politica con la P maiuscola”. L’idea che tale battaglia vada combattuta insieme, come società civile, le promotrici e i promotori di questo appello la condividono da tempo, vivendola anzi sulla propria pelle nelle rispettive comunità.
Ci pare però che al governo e alla classe politica non manchino risorse e opportunità per prestare un contributo decisivo, non solo tramite pur urgenti provvedimenti a sostegno dei centri anti-violenza. Resta, infatti, da discutere dell’inserimento nei nostri programmi scolastici dell’educazione sessuale e affettiva – un’educazione sensibile alle tematiche di genere, del consenso informato, di ogni forma di violenza. Inoltre, questo lavoro di formazione non può limitarsi alle sole scuole primarie e secondarie: é altrettanto vitale estenderlo agli atenei (come già si verifica in diversi paesi Europei).
Il Decreto Buona Scuola del 2015 segnava un passo importante, promuovendo nell’offerta formativa nazionale la sensibilizzazione alle pari opportunità e la prevenzione di violenza e discriminazione di genere. Purtroppo, il clamore mediatico e le iniziative di alcune giunte locali hanno rallentato, se non paralizzato, l’attuazione di più precise linee guida. Le indicazioni nazionali del MIUR, volte a indirizzare curricula scolastici di vario livello, restano vaghe: generici accenni a “consapevolezza e cura del corpo”, “diverse relazioni con gli altri”, “sessualità e affettività”, in assenza di riferimenti chiari a obiettivi, tempistiche e modalità di attuazione.
Tuttavia, esiste un nesso inequivocabile tra violenza di genere e mancanza di efficaci politiche di formazione. Troppe donne subiscono violenze da partner e conoscenti, inconsapevoli che la loro esperienza si qualifichi come abuso. Troppo spesso, nell’immaginario collettivo, lo stereotipo dello stupratore e del violento rimane esclusivamente quello dello sconosciuto incontrato casualmente in uno spazio pubblico. Si può e si deve insegnare a chiamare la violenza col proprio nome – sia essa abuso domestico, cyber-bullismo, pressione subita in una cerchia di amici. Come si può e si deve educare a vedere l’altro come un soggetto portatore di bisogni propri, a comunicare e negoziare necessità e spazi, a gestire un rifiuto, a conoscere il proprio corpo e le proprie emozioni tanto da acconsentire o meno a qualsiasi esperienza con reale consapevolezza.
Quest’opera di sensibilizzazione risulta però impossibile senza discutere di desiderio, differenze, stereotipi che legano il concetto di mascolinità a quello di sopraffazione. Rinunciare a toccare questi temi con bambini e adolescenti, anziché proteggerli, li lascia pericolosamente privi di un linguaggio e di categorie per interpretare la violenza sulle donne, fenomeno in rapido cambiamento ma con radici millenarie.
Crediamo che fornire questi strumenti spetti non solo alle famiglie, ma alla comunità nel suo complesso, e quindi alle istituzioni e alla politica. Consideriamo compito del Governo supportare lo sviluppo di tali strumenti, delineando chiaramente moduli formativi da implementarsi nei piani di studio nazionali, dalla scuola primaria a quella secondaria così come nelle università.
Da questo compito anche chi scrive non si ritiene certo esente. Le firmatarie e i firmatari di questa lettera sono donne e uomini sensibili al tema della violenza di genere. Hanno studiato, o partecipato a, buone pratiche italiane e straniere, quali Educare alle Differenze, iniziativa quest’anno alla sua terza edizione, o gli eventi di formazione sul consenso di molti atenei britannici. Sono entrati in contatto con organizzazioni come Sexual Well-Being Foundation e The Great Initiative in Gran Bretagna, Serlo in Germania, Ponton in Polonia, o la task-force recentemente creata dalla Casa Bianca contro la violenza sessuale nei campus statunitensi.
Tali esperienze e tali competenze chi firma questa lettera (come, crediamo, tante altre realtà attive sul territorio italiano) vorrebbe metterle a disposizione. Per un dialogo costruttivo con il Governo, il Parlamento e le istituzioni locali sull’elaborazione di efficaci strumenti educativi, e per incoraggiare la loro traduzione in iniziative concrete da vagliarsi in tempi brevi. Per dichiarare aperta, da subito, quella battaglia che sappiamo stare particolarmente a cuore a lei, Presidente Boldrini, a voi, Ministre, e che proprio lei, Presidente Renzi, chiama “ politica con la P maiuscola”.
Lilia Giugni, F Come, University of Cambridge
Alessandra De Luca, F Come
Chiara De Santis, F Come, Commissione Europea
Eleonora Sconci, F Come, Commissione Europea
Francesca Di Nuzzo, F Come
Daniela De Luca, F Come
Laura De Santis, F Come
Dr. Iole Fontana, F Come, Università degli Studi di Catania
Giulia Nicolini, F Come, School of Oriental and African Studies
Lorena Gazzotti, University of Cambridge
Clara Stella, University of Leeds
Benedetta Carlotti, Scuola Normale Superiore
Lucia Rubinelli, London School of Economics
Dr. Elisabetta Brighi, University of Westminster
Ilaria Todde, attivista per i diritti LGBT+
Barbara Celentani, psicologa
Dr. Pietro Delcorno, University of Leeds
Elena Tognoni, volontaria Centro Antiviolenza, Lombardia
Dr. Federica Favuzza, Università degli Studi di Milano
UDI Nazionale – Unione Donne in Italia
Giulia Ritornello, insegnante, Lombardia
Emilia Del Franco, Edizioni Bibliopolis
Prof. Nadia Urbinati, Columbia University
Prof. Donatella Della Porta, Scuola Normale Superiore
Società Italiana delle Letterate
Prof. Salvatore Veca, Università di Pavia
Librati – Libreria delle Donne di Padova
Chayn Italia
ArciLesbica Associazione Nazionale
Fondazione Genere Identità Cultura
Prof. Gigliola Sulis, University of Leeds
Camilla Biondi, dott.ssa in psicologia clinica e di comunità
Simona Maltese, progettista sociale
Laura Corpaccini, psicologa
Bianca De Rosario, Ecole des hautes études en santé publique
Maria Lea Madonna, psicoterapeuta e terapeuta sessuale
Enzo Le Fevre Cervini, Budapest Centre for the Prevention of
Genocides and Mass-Atrocities
Agedo Nazionale
Silvana Berardesca, insegnante, Campania
Emrys Travis, F Come, Cambridge University LGBT*Campaign
Ellen Davis-Walker, F come, University of Edinburgh
Dr. Francesca Biancani, Università di Bologna
Giacomo Baldo, University of Leeds
Michela Pusterla, Università di Bologna
Maria Teresa Sarpa, insegnante, Lazio
Davide Baraldi, prete
Dr. Angelica Pesarini, ricercatrice
Dr. Olivia Santovetti, University of Leeds
Dr. Alasia Nuti, University of York
Chiara Paoli, Associazione Te@
Carla Reale, Associazione Te@
Dr. Eleonora Paris, Università di Teramo
Matt Hayward, insegnante, Veneto
Giulia Sorrentino, psicologa
Valentina Compagnini, insegnante, Piemonte
Chiara Lora, psicologa
Dr. Tiziano Distefano, Politecnico di Torino
Nadia Correale, FAO
Dr. Valentina Scotti, Koc University, Istanbul
Antonella Moscati, scrittrice
Vanessa Tulli, avvocato
Orietta Poti, insegnante, Lombardia
Stefania Farrace, insegnante e attivista
Prof. Ruth Rubio Marin, European University Institute, Firenze
Cristina Barbieri, counsellor
Donatella Pigozzi, insegnante, Lombardia
Marina Santucci, Soprintendenza per i Beni Architettonici,
Paesaggistici, Storici, Artistici di Napoli e provincia
Loredana Amabile, avvocato
Emilia Mazza, insegnante, Calabria
José Ramon Pernía Morales, psicoterapeuta
Prof. Stefania Pacchi, Università di Siena
Elisa Mandraffino, insegnante, Germania
Ida Santalucia, avvocato
Federica Tammarazio, Associazione Pentesilea, Torino
Dr. Mariaserena Viceconte, LUISS Guido Carli
Società Italiana delle Storiche (SIS)
Giulia Leone, dirigente penitenziario
Ipazia- Studiose Euro-Mediterranee
Milena Potì, grafica
Susanna Ferrari, psicologa
Lorenzo Gasparrini, filosofo e blogger
Maria Rosaria Antonelli, psicoterapeuta
Juri Fischetti, insegnante, Lazio
Associazione Camera a Sud
Angela Candela, psicoterapeuta
Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali
Sara Vallone, operatrice sociale
Grazia Doni, avvocato
Alfonso Perugini, Medici con l’Africa
Fara Taddei, University of Illinois
Patrizia De Luca, notaio
Ilaria Cacace, graphic designer
Claudia Esposito, insegnante, Campania
Dawn Borg Costanzi, FAO
A Sud Onlus
Paola Terenziano, F Come
Livia Alessandro, F Come
Emanuela Molinaro, insegnante, Lombardia
Huda Mohsin Alsahi, Scuola Normale Superiore di Pisa
Maria Valeria Caredda, NTL società cooperativa di traduzione editoriale
Lorenzo Gaioni, avvocato
Dr. Lucia Sorbera, Senior Lecturer, University of Sidney
Ludovica Siani, giornalista
Marta Musso, University of Cambridge
Orsola Battaggia, Heian Jogakuin University
Daniela Doris, F Come, illustratrice
Ida De Costanzo, biologa delle tecnologie riproduttive
Marta Gallina, marketing and communication manager