SCUOLA – Stop ai docenti che hanno svolto oltre 36 mesi di supplenze

È giunto il momento che sul “tetto” dei 36 mesi per conferire le supplenze annuali, introdotto per non incappare nelle sanzioni UE sull’abuso di precariato, il Miur esca allo scoperto: dopo le mancate assegnazioni di contratti a tempo determinato da parte di alcuni dirigenti scolastici, per via di un errato anticipo di applicazione del comma 131 della Legge 107/2015 che, invece, decorre solo dal 1° settembre scorso, c’è ora confusione su quale tipologia di posti vada adottato il provvedimento.

“Il sospetto – scrive Orizzonte Scuola – è che, ancora una volta, l’inghippo sia sulle supplenze attribuite al 30 giugno nonostante si tratti di posti vacanti e disponibili. Spetta al docente, di volta in volta, individuare la tipologia di posto che sta occupando: ci si chiede, inoltre, chi e come certificherà il servizio svolto da ciascun insegnante. Si era parlato di una funzione SIDI che dovrebbe tenere sotto controllo i contratti stipulati ma dalle segreterie ci dicono di non aver ricevuto ancora nulla”. L’unica certezza è che, sempre conteggiando a partire dall’inizio del corrente anno scolastico, una volta “superato il tetto dei 36 mesi di supplenza – anche non continuativi – il docente non potrà avere più incarichi su tale tipologia di supplenza. Questo non vuol dire – come genericamente si afferma sui social, creando molta confusione – che non si potrà più insegnare, ma che ci saranno determinate supplenze alle quali il docente non potrà accedere”.

Anief ritiene che, mai come in questo momento, sia opportuno fare chiarezza su quali siano i posti vacanti e disponibili nelle nostre 8.200 scuole autonome: “con un serio monitoraggio nazionale sui posti oggi in organico di diritto – dice Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief e segretario confederale Cisal – si scoprirebbe, infatti, che almeno il 70 per cento delle cattedre coperte con supplenze fino al 30 giugno, oggi in organico di fatto, sono in realtà senza titolare: la stessa decisione del Miur di spostarne 25mila in organico di diritto, attraverso la Legge di Stabilità 2017 già approvata dal Consiglio dei Ministri, dà ragione alla nostra tesi. D’altronde i numeri non sono opinioni dal momento che, oltre le 96mila cattedre di sostegno, ce ne sono altre 38mila in deroga per via di una norma sbagliata: ne risulta, che, anche quest’anno, la scuola è partita in mancanza di un docente specializzato su tre”.

“Comunque sia – continua il sindacalista Anief-Cisal – finché tale spostamento della natura di decine di migliaia di posti, dal 30 giugno al 31 agosto, non verrà effettuato, è per noi evidente così come confermato dalla stessa legge, che il blocco delle supplenze riguardi solo i posti ritenuti scoperti a tutti gli effetti, quindi vacanti e disponibili; quelli considerati, seppure a torto, fino al 30 giugno dell’anno successivo non rientrano, quindi, nella normativa dei 36 mesi e vanno assegnati anche ai supplenti che hanno superato tale soglia. Invitiamo, sin d’ora, a segnalare alle sedi territoriali Anief tutte le situazioni in cui, invece, la supplenza dovesse essere negata: il sindacato – conclude Pacifico – è pronto a dare battaglia”.