L’indebolimento della ripresa ed il rallentamento delle assunzioni pesano sulla fiducia dei consumatori e, di riflesso, su quella delle imprese del commercio. Ad ottobre il clima delle famiglie peggiora per il terzo mese consecutivo, riportandosi ai livelli di aprile 2015: ad incidere sono le attese sulla disoccupazione, tornate a crescere dopo il miglioramento di settembre, e soprattutto quelle sulla situazione economica del Paese, in discesa da ormai un semestre. Un calo prolungato che conferma l’incertezza delle famiglie italiane e pone il rischio di una nuova frenata dei consumi nella parte finale dell’anno.
Così Confesercenti sui dati Istat relativi alla fiducia di imprese e consumatori.
Il riflesso del deterioramento della fiducia sulla spesa delle famiglie è già evidente: l’intenzione di acquistare beni durevoli si è praticamente arenata, e a luglio e ad agosto – nonostante i saldi e il buon afflusso turistico – le vendite del commercio al dettaglio hanno registrato due cali consecutivi. Una situazione che non può non gravare sulle imprese del commercio al dettaglio, unico settore a subire un peggioramento dell’indice ad ottobre. Il combinato disposto dei cali registrati dalla fiducia di consumatori e imprese del commercio fa presagire una nuova fase difficile per il mercato interno, dal quale – ricordiamo – è venuto il maggior contributo alla crescita del Pil in questo ultimo anno.
Per scongiurare il rischio di un Natale ‘freddo’ dal punto di vista dei consumi, è necessario ripristinare un clima di maggiore certezza. La legge di Bilancio va nella giusta direzione, anche se servirebbe un ulteriore sforzo sugli interventi volti a favorire la nuova occupazione. Ma per il futuro occorre anche disinnescata la bomba ad orologeria dell’aumento Iva stabilito dalle clausole di salvaguardia, evitate per il 2017 ma ancora previste per il 2018: una spada di Damocle che non mancherà di incidere negativamente su consumi e investimenti nel corso del prossimo anno.