L’indicatore dei Consumi Confcommercio (ICC) registra a settembre 2016 una diminuzione dello 0,1% rispetto ad agosto e una variazione nulla su base annua, un dato che attenua i segnali di ripresa della domanda delle famiglie che erano emersi ad agosto. In termini di media mobile a tre mesi l’indicatore mostra, comunque, un contenuto rialzo. Questo incerto comportamento delle famiglie riflette il progressivo deterioramento nel clima di fiducia, ad ottobre in diminuzione per il terzo mese consecutivo, consolidando un atteggiamento molto prudente nei confronti del consumo. Più favorevole è risultato, nello stesso mese, l’andamento del sentiment delle imprese che ha confermato, dopo il minimo di agosto, la tendenza al miglioramento. Questo dato è, comunque, sintesi di andamenti non omogenei tra gli operatori dei diversi settori, e suscita qualche preoccupazione il prevalere tra gli imprenditori del commercio al dettaglio di un atteggiamento pessimista. Il moderato incremento registrato dalla fiducia nel settore manifatturiero è il riflesso di un miglioramento sul versante dell’attività produttiva. Stando alle valutazioni di Confindustria la produzione industriale, dopo un secondo trimestre complessivamente positivo, dovrebbe essere cresciuta a ottobre dello 0,7% rispetto a settembre. In considerazione del permanere di una tendenza debolmente positiva sul versante degli ordini (ad ottobre si stima un aumento dello 0,5% congiunturale), la tendenza al recupero dell’attività dovrebbe proseguire anche nell’ultima parte dell’anno. In linea con un contesto economico in cui l’elemento predominante continua ad essere la mancanza di slancio della ripresa, nel mese di settembre l’occupazione ha registrato, in termini congiunturali, una crescita di 45mila unità, confermando una attenuazione della tendenza al recupero registrata nella prima parte del 2016; allo stesso tempo il numero di persone in cerca d’occupazione è aumentato di 60mila unità rispetto al mese precedente, a segnalare anche una più elevata partecipazione al mercato del lavoro delle persone che nei momenti più critici tendono a rinunciare a cercare un’occupazione. Queste dinamiche hanno determinato un innalzamento del tasso di disoccupazione (dall’11,5% all’11,7%). Nel complesso dei primi nove mesi del 2016 l’andamento del mercato del lavoro risulta, comunque, positivo: il numero di persone impiegate nel processo produttivo ha, infatti, registrato un aumento di 294mila unità. Nello stesso periodo i disoccupati, sono diminuiti di 92mila unità. Le dinamiche che si registrano nel mercato del lavoro si confermano tra gli elementi più positivi del quadro congiunturale, in considerazione sia dei livelli massimi raggiunti nella partecipazione al mercato del lavoro, sia del permanere di una tendenza alla riduzione delle ore di CIG autorizzate (-33,6% a settembre su base annua, -11,6% nel complesso dei nove mesi. Infine nei primi sette mesi del 2016 il rapporto tra le ore autorizzate e quelle effettivamente utilizzate è sceso in misura sensibile. La diminuzione dello 0,1% registrata dall’ICC a settembre, rispetto ad agosto, deriva da una flessione dello 0,1% della componente relativa ai beni e da una stasi della componente relativa ai servizi. Relativamente alle singole macro-funzioni di spesa, aumenti contenuti riguardano solo la domanda per gli alimentari, le bevande e i tabacchi (+0,3%), in recupero rispetto alla flessione di agosto, la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,1%) e per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,1%). La spesa per i beni e i servizi per le comunicazioni è stabile dopo il lieve incremento di agosto. Una diminuzione di un certo rilievo ha interessato la spesa per i beni e servizi per la mobilità (-1,0%), dopo il significativo rialzo di agosto guidato dalla vendita di auto e moto ai privati. Segnali di ridimensionamento della domanda, anche se di modesta entità, hanno caratterizzato la spesa per i beni e servizi per la casa (-0,3%), dove fattori stagionali hanno ridotto l’utilizzo di energia elettrica, la spesa per i beni e i servizi ricreativi (-0,2%) e per l’abbigliamento e le calzature (-0,1%). La dinamica tendenziale dell’ICC di settembre ha registrato una stabilità, dopo il contenuto incremento di agosto, che deriva dall’andamento positivo della domanda di servizi (+0,1%) e dalla diminuzione della domanda dei beni (-0,1%). A settembre 2016 l’unica variazione positiva di un certo rilievo ha interessato la spesa per i beni e i servizi per la mobilità (+2,9%), anche se la dinamica è attenuata rispetto ad agosto. Incrementi di misura più contenuta, hanno riguardato la domanda per i beni e i servizi per la cura della persona (+0,7%) e la spesa per gli alberghi, i pasti e le consumazioni fuori casa (+0,6%). La spesa si è ridotta in maniera significativa, rispetto a settembre del 2015, per i beni e i servizi ricreativi (-2,3%) su cui pesa il confronto con l’Expo, e per i beni e i servizi per la casa (-1,1%) che già negli ultimi due mesi avevano evidenziato un calo. Un ridimensionamento di minore entità ha interessato la domanda di alimentari, bevande e tabacchi (-0,5%), di abbigliamento e calzature (-0,3%) e di beni e servizi per le comunicazioni (-0,1%). Sulla base delle dinamiche registrate dalle diverse variabili che concorrono alla formazione dei prezzi al consumo, per il mese di novembre 2016 si stima, rispetto ad ottobre, una variazione nulla. Nel confronto con novembre del 2015 la variazione del NIC dovrebbe attestarsi al +0,3%, tornando in territorio positivo dopo il calo di ottobre.