Quasi 53 miliardi di euro di tasse in più nei prossimi tre anni. E’ questo l’impatto finale delle misure contenute nel disegno di legge di bilancio approvato dal consiglio dei ministri e ora all’esame della Camera dei deputati. L’impatto genererà aumenti delle entrate tributarie più alti di quelli che si realizzerebbero senza toccare il quadro normativo che, invece, porta a gettito aggiuntivo per 50 miliardi. Secondo una prima analisi realizzata dal Centro studi di Unimpresa sulla base degli atti parlamentari e dei documenti ufficiali del governo, il governo prevede che quest’anno il totale delle entrate tributarie si attesi a 565,9 miliardi di euro per poi salire sistematicamente nel triennio successivo: nel 2017 famiglie e imprese verseranno nelle casse dello Stato 567,9 miliardi, nel 2018 586,01 miliardi, nel 2019 596,8 miliardi. Ogni anno, dunque, si assisterà, rispetto al 2016 a un sistematico incremento del gettito erariale rispetto al 2016 pari a 2,02 miliardi (+0,36%), 20,04 miliardi (+3,53%), 30,8 miliardi (+5,27%). In totale l’aumento è di 52,9 miliardi pari a un incremento percentuale del 9,35%.
L’incremento indicato dal governo, frutto delle misure inserite nella manovra, è peraltro più significativo di quello che si verificherebbe a legislazione vigente: con le norme attualmente in vigore, infatti, nel 2017 il totale delle entrate tributarie si attesterebbe a 573,5 miliardi, nel 2018 a 582,1 miliardi e nel 2019 a 592,2 miliardi. Rispetto al 2016, l’incremento sarebbe, rispettivamente, di 7,5 miliardi, 16,1 miliardi e 26,2 miliardi. Il totale delle maggiori imposte incassate dallo Stato rispetto a quest’anno, a legislazione vigente, sarebbe di 50,01 miliardi mentre con gli interventi previsti dal ddl bilancio l’incremento nel triennio sarà di 52,9 miliardi.
Nel dettaglio, la legge di bilancio porterà nel 2017 a entrate tributarie per 493,1 miliardi ed extra tributarie per 72,3 miliardi; nel 2018 i due valori di gettito saranno rispettivamente paria 514,9 miliardi e 68,5 miliardi; nel 2019 a 527,1 miliardi e 67,1 miliardi. Per ciascun anno, poi, è previsto un incasso rispettivamente di 2,5 miliardi alla voce “alienazione e ammortamento di beni patrimoniali e riscossione di crediti”.