La violenza sui bambini, e le sue conseguenze mediche e sociali devono essere riconosciute quale un problema che attiene alla sfera della Salute Pubblica e come tale deve essere indagato e diagnosticato. I bambini che ne sono vittime devono essere assistiti con strumentazioni all’avanguardia e metodologie evolute, come quelle usate per le altre patologie pediatriche gravi.Questo il messaggio lanciato da Terre desHommes eA.O.U. Citta della Salute e della Scienza di Torino – Presidio Ospedale Infantile Regina Margherita – Ambulatorio Bambi, Torino; Soccorso Violenza Sessuale e Domestica SVSeD – Fondazione IRRCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano; Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato – Azienda Ospedaliera Universitaria, Padova; GAIA (Servizio Gruppo Abusi Infanzia Adolescenza) – Azienda Ospedaliero-Universitaria Meyer, Firenze e GIADA (Gruppo Interdisciplinare Assistenza Donne e bambini Abusati)– Azienda Ospedaliero Universitaria Policlinico Giovanni XXIII, Bari,riuniti nella prima Rete Nazionale di eccellenze ospedaliere per il contrasto della violenza sui bambini. Insieme hanno presentato oggi l’Indagine“Maltrattamento e abuso sui bambini: una questione di salute pubblica” alla Biblioteca Giovanni Spadolini, Senato della Repubblica, Roma.
Con oltre 3.000 casi di bambinipresi in carico dal 2011 al 2015 per una o più forme di maltrattamento, di età media di 7 anni econ una prevalenza di bambine, questa rete di strutture sanitarie altamente specializzate propone oggi, per la prima volta, la condivisione di alcuni modelli d’intervento di successo nella diagnosi della violenza sui bambinie nella presa in carico e cura delle piccole vittime e, insieme a Terre desHommes, formula 4 raccomandazioni chiaveper le Regioni, gli Ospedali, le Università e il Governo. Oltre a chiedere che ogni Regione disponga di un Centro Ospedaliero pediatrico specializzato nel maltrattamento, dotato di equipe multidisciplinari e attrezzature che permettano una diagnosi differenziale completa, la nuova Rete auspica che la diagnostica del childabuse diventi materia universitaria e che il maltrattamento sui bambini venga inserito nel Piano Nazionale di Prevenzione Sanitaria.
“L’impegno di Terre desHommes nel contrasto della violenza sui bambini segna oggi un importante passo in avanti, grazie alla preziosa partnership con queste eccellenze ospedaliere”, dichiara Federica Giannotta, Responsabile Advocacy e Programmi Italia di Terre desHommes. “Dopo le indagini per quantificare il numero di minori maltrattati in Italia presi in carico dai Servizi Sociali e il costo sociale della mancata prevenzione della violenza, questo nuovo lavoro torna a confermare l’importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del maltrattamento in un’ottica specificamente sanitaria. Vogliamo portare all’attenzione delle istituzioni il prezioso lavoro che viene quotidianamente svolto da strutture in prima linea nella diagnostica del maltrattamento e favorire la condivisione delle loro metodologie nel resto d’Italia”.
"La nostra esperienza ci conferma che il lavoro multidisciplinare, in questo campo, è importante per individuare e gestire i casi in modo più efficiente”, dichiarano Luca Gastaldo, Dirigente Medico, e Antonio Francesco Urbino, Direttore dell’Ambulatorio Bambi, Torino. “Altro aspetto fondamentale è la precocità della diagnosi di maltrattamento, che ci permette di interrompere meccanismi dannosi dal punto di vista fisico – come ad esempio nella Shaken Baby Syndrome – e psicologico sul bambino, prevenendone le gravi conseguenze che ne possono derivare in futuro. Resta inoltre fondamentale l’immediata tutela dell’integrità fisica e della sicurezza del minore, mediante interventi in urgenza”.
“Il nostro centro è nato per sostenere sotto tutti i punti di vista (sociale, sanitario, psicologico e legale) donne e minori vittime di violenza. Oltre il 59% dei 895 minori assistiti dal nostro centro dal 2011 al 2015 sono stati vittime di abusi sessuali, il 31% di abusopsicoemozionale e il 23% di violenza assistita”, spiegano Alessandra Kustermann, ginecologa e direttrice del centro SVSeD di Milano e Lucia Romeo, Pediatra. “Tra gli intenti principali della struttura c’è anche quello della formazione di medici di famiglia e pediatri di libera scelta, che sono a più stretto contatto con le vittime, perché possano individuare le situazioni di rischio e prevenire il maltrattamento sui bambini. Per questo abbiamo promosso insieme a Terre desHommes il primo corso post universitario in diagnostica del Child Abuse nel 2014”.
“Solo negli anni recenti, le acquisizioni sul neurosviluppo e sulla crescita del bambino hanno messo in luce come il maltrattamento, soprattutto nei primi mesi e anni di vita, alteri in modo profondissimo e, almeno per una parte, irreversibile i normali meccanismi di sviluppo, in modo tale da determinare la formazione di un organismo che è strutturalmente diverso e che funzionerà, anche a distanza, in modo anomalo”, afferma Paola Facchin, Responsabile del Centro Regionale per la Diagnostica del Bambino Maltrattato di Padova. “Le evidenze di queste alterazioni strutturali sono drammatiche nel momento in cui si utilizzando le tecnologie avanzate come si fa per altre patologie pediatriche gravi. Queste alterazioni sono presenti in qualsiasi tipo di maltrattamento sia che si usi violenza fisica (Shaken Baby Syndrome) o emotiva (violenza assistita), sia che si somministrino precocemente droghe o sostanze (ChemicalAbuse), sia che non si diano le stimolazioni ambientali necessarie (Neglect). Fare presto la diagnosi di maltrattamento e del danno strutturale del singolo caso e iniziare subito trattamenti specifici è indispensabile per modificare la vita futura di questi bambini e del loro essere futuri giovani adulti”.
"Da anni il Meyer si prende cura dei minori vittime di abuso sessuale e maltrattamento attraverso il servizio GAIA, un’equipe multidisciplinare formata da diversi professionisti”, dichiara Stefania Losi, pediatra e responsabiledel servizio GAIA, Firenze. “Accanto alle problematiche di cui ci siamo occupati all’inizio della nostra attività, abbiamo via via ampliato il nostro raggio di azione per dare risposta a tutte le forme di maltrattamento che sono emerse e rilevate negli anni: dalla diagnosi della sindrome del bambino scosso al chemicalabuse, alla violenza assistita in ambito domestico, dal cyberbullismo alla valutazione di patologie psichiatriche, spesso frutto di uno stress post-traumatico dovuto ad esperienza di abuso sessuale e/o maltrattamento subiti".
“GIADA dal 2000 si occupa di violenza all’infanzia, con la consapevolezza che i sintomi somatici nel corso dell’infanzia, spesso esprimono sofferenze che non hanno parole. I nostri dati fotografano la realtà di un’infanzia trascurata, sola e di genitori distanti, spesso intrappolati in conflitti coniugali, che rendono i figli invisibili. Gli esiti della violenza assumono forme diversificate, in base allo stadio evolutivo delle vittime” racconta Maria Grazia Foschino, Responsabile del Servizio di Psicologia- GIADA, Bari. “Un fenomeno nuovo per l’area sanitaria sono le violenze perpetrate in rete il cui confronto in questi ultimi anni, ci ha consentito di introdurre nel nostro Centro, nuove modalità operative. L’incontro in Pronto Soccorso con Silvia, 13 anni, per una crisi lipotimica a scuola, ci ha introdotto in una piazza virtuale devastante e persecutoria.Una diagnosi esplicativa rivelava una condizione post traumatica perché vittima di “sexting” da parte dell’ex fidanzato coetaneo. L’affiancamento alla Polizia Postale nell’ascolto dei ragazzi coinvolti ci ha consentito di comprendere l’entità del fenomeno portandoci a strutturare anche il programma di prevenzione regionale delle violenze online “Teen Explorer” che in 3 anni ha coinvolto 10.402 ragazzi di scuole medie di I e II grado e 619 insegnanti.”
“Il maltrattamento è inserito nei Livelli Essenziali d’Assistenza da tempo, tuttavia la risposta organizzativa è quasi esclusivamente riferita alla dimensione psico-sociale del problema”, conclude Luciano Flor, Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di Padova, intervenuto in rappresentanza dell’Assessore Luca Coletto, che è stato il coordinatore degli Assessori alla Sanità presso la Commissione Salute e che attualmente è Presidente dell’Agenzia Nazionale per i Servizi Sanitari Regionali (Agenas). “Le nuove acquisizioni scientifiche sull’argomento riportano invece saldamente il problema del maltrattamento all’interno degli aspetti clinici. Per tale motivo si richiedono urgentemente adeguate azioni di programmazione regionale basate sulla costituzione di reti hub-spoke, anche ospedaliere, regionali e interregionali con un approccio del tutto analogo a quello che già si sta seguendo per le malattie rare”.
L’Indagine oggetto del Dossier ha toccato unbacino di utenza pari a 4,4 milioni di minori e benché non sia uno studio di natura quantitativa (quindi non si propone di dare una dimensione epidemiologica del fenomeno) offre una fotografia qualitativa interessante e nuova del fenomeno.
IN 5 OSPEDALI ITALIANI, 3 MILA BAMBINI VITTIME DI MALTRATTAMENTO IN 5 ANNI. LA FOTOGRAFIA DEL DOSSIER TERRE DES HOMMES
I Centri coinvolti nell’indagine sono differenti, per natura, struttura e prassi di intervento, però tutti intercettano quotidianamente le varie tipologie di maltrattamento: maltrattamento fisico, trascuratezza grave, abuso sessuale, sindrome di Munchausen per procura, abuso psicoemozionale, violenza assistita e bambino conteso. Nell’ultimo quinquennio sono stati circa3.000bambini vittime di violenza intercettati dai 5 Centri e a vario titolo presi in cura. Le vittime sono in maggioranzabambine e l’età media dei casi trattati dagli Ospedali partner è di circa 7 anni.
Il maltrattamento è stato rilevato in tutte le fasce di età e spesso è contemporaneamente presente in forme diverse, (il maltrattamento multiplo infatti raggiunge circa il 30% delle vittime intercettate dai Centri negli anni).
Oltre alle forme di maltrattamento più comuni e note, l’indagine ha permesso di far emergere forme di violenza pressoché sconosciute ai non addetti ai lavori e sulle quali invece Terre desHommes e i suoi partner ritengono sia necessario pianificare estese campagne d’informazione e sensibilizzazione sia presso le istituzioni ma anche per il grande pubblico. Tra queste ci sono il chemicalabuse e la shaken baby syndromeche colpiscono proprio i bambini in tenerissima età.