Dopo la condanna del Comitato Europeo Diritti Sociali del Consiglio D’Europa del 16 novembre 2016 che ha squarciato il velo di reticenza per anni calato sul lavoro in nero dei magistrati cd. onorari dei Giudici di Paci, delle Procure della Repubblica e dei Tribunali, accogliendo il reclamo n. 102/2013, le associazioni di categoria invitano la stampa e i media alla Conferenza stampa che si terrà domani in Via Teulada 40 alle h 10:00 (Ufficio del Giudice di Pace di Roma) nel primo giorno dello sciopero che inizia il 21 novembre e si concluderà il 25; nell’incontro pubblico sarà diffuso il provvedimento che condanna l’Italia, una volta nota per essere “la culla del diritto” ed oggi ridotta ad essere bacchettata dalle Istituzioni Europee come un Paese del Terzo Mondo sui diritti inalienabili di qualunque lavoratore.
Il Consiglio d’Europa (CEDS) ha deliberato, all’unanimità, che la normativa e i comportamenti concreti posti in essere dalla Repubblica italiana nei confronti dei magistrati "laici" non sono conformi con le norme della Carta sociale europea e dei suoi Protocolli, ossia con gli accordi internazionali sottoscritti dall’Italia che recepiscono, tra l’altro, il principio di non discriminazione tra lavoratori.
Il Comitato ha quindi stabilito che, rispetto alla applicazione dei trattati (in particolare della Carta sociale europea riveduta), i magistrati cd. onorari, per le funzioni svolte, sono equivalenti ai magistrati professionali, a prescindere da come li definisca il diritto nazionale.
Il Comitato ha poi ritenuto applicabile la Raccomandazione CM/Rec (2010) 12 nella parte in cui ingiunge agli Stati aderenti di assicurare ai giudici una remunerazione ragionevole in caso di malattia, di maternità o paternità, così come il pagamento di una pensione correlata al livello di remunerazione.
Le predette associazioni, che il 15 novembre scorso avevano denunciato avanti al Consiglio superiore della magistratura l’irragionevolezza e l’illegittimità costituzionale e comunitaria dell’attuale assetto normativo italiano, oltre ad esprimere la propria soddisfazione per una pronuncia storica, che si pone in linea con quanto enunciato dalla Corte di Giustizia dell’Unione europea con riferimento ai magistrati onorari britannici (sentenza O’Brien del 1° marzo 2012), e alla quale auspica possa fare seguito un immediato ravvedimento del Governo, preavvisano che l’Italia sta per ricevere nuove condanne per il suo comportamento discriminatorio (sono pendenti dinanzi alla Commissione Europea ed al Parlamento Europeo numerose denunce e petizioni presentate dalle organizzazioni di categoria), in particolare l’imminente apertura di una procedura di infrazione al diritto comunitario che comporterà pesanti sanzioni economiche che i cittadini italiani dovranno pagare per la reiterata insipienza governativa.
Gabriele di Girolamo – Maria Flora Di Giovanni – Raimondo Orrù
(Presidente Angdp) (Presidente Unagipa) (Presidente Federmot)