EVASIONE FISCALE SUI POSTI BARCA ALL’ISOLA D’ELBA

Con il finire dell’estate hanno avuto termine i predisposti piani di controllo delle Fiamme gialle labroniche, aventi l’obiettivo di verificare, tra l’altro, il rispetto degli obblighi fiscali da parte degli operatori economici esercenti attività che si svolgono sul litorale dei vari comuni durante la stagione balneare. In particolare sull’Isola d’Elba, i finanzieri hanno provveduto a dar corso ad un’importante progettualità di carattere fiscale: nel dettaglio, è stata effettuata una analitica attività di rilevazione dati e monitoraggio di tutte le attività svolte sulla costa, concentrandosi prevalentemente su quei soggetti che operano nella gestione del noleggio di posti barca a mezzo boe marine ancorate al fondale. In via generale, i soggetti che svolgono l’attività di gestione di complessi destinati all’ormeggio, effettuata sia in aree attrezzate, sia presso i porti turistici, devono essere in possesso della concessione demaniale e di idonea documentazione che delimiti l’area in uso; con la concessione demaniale il soggetto titolare acquisisce il diritto allo sfruttamento, per fini di carattere pubblico, di un determinato spazio del demanio marittimo. Solitamente, nell’ormeggio a mezzo boa marina, l’attività espletata consiste sia nel noleggio della boa che nel traghettamento del cliente dal molo all’imbarcazione, per un prezzo che varia dai 20 ai 60 euro al giorno, a seconda delle dimensioni del natante e del periodo dell’anno. Il posto barca può essere dato in uso al diportista sia per un breve periodo di tempo – anche, ad esempio, soltanto per una sosta durante la navigazione – che per tutta la stagione, al termine della quale l’imbarcazione viene generalmente “alata” e “rimessa” nei vari cantieri navali dell’isola. Sul comprensorio elbano risultano attivi circa 20 campi boe, gestiti sia nella forma di ditte individuali sia di circoli nautici che di strutture ricettive quali campeggi e hotel che noleggiano boe ai propri clienti. Il volume d’affari mediamente dichiarato per i soggetti che esercitano esclusivamente l’attività di noleggio boe risulta essere di modesta entità. A seguito delle risultanze dell’attività di monitoraggio svolta, sono state approfondite le posizioni fiscali di 6 esercenti; all’esito dei controlli, a carico di 3 soggetti sono state constatate per l’anno in corso ed i quattro precedenti periodi d’imposta gravi e ripetute violazioni alla normativa fiscale. I riscontri hanno permesso di rilevare che due delle tre ditte, pur essendo obbligate alla certificazione dei corrispettivi ed operando da anni nel settore, abitualmente non emettevano le previste ricevute fiscali. Il conseguente approfondimento, eseguito analizzando meticolosamente la documentazione reperita presso le sedi aziendali, ha permesso di ricostruire le prestazioni rese e constatare ricavi non dichiarati all’Erario ammontanti a più di 500 mila euro, con la mancata emissione nell’arco dei cinque anni di oltre 800 ricevute fiscali per i relativi attracchi alle boe galleggianti. Le attività poste in essere hanno permesso, inoltre, l’individuazione di due lavoratori in nero. In questo caso, i buoni lavoro (cd. voucher) utilizzati dal datore di lavoro per regolarizzare la prestazione lavorativa dei due soggetti, in effetti, recavano una data di inizio della prestazione stessa risultata essere di molto successiva rispetto alla data effettiva. Le attività poste in essere, oltre ad evidenziare l’impegno operativo del Corpo nello specifico settore, in risposta ad un’esigenza sempre più avvertita dalla collettività, rimarca il ruolo di centralità della Guardia di Finanza a salvaguardia di tutti quegli imprenditori onesti che lavorano sul litorale di una provincia, quale quella di Livorno, ad alta vocazione turistica.