L’attività operativa, orientata dal Comando Regionale di Bari e volta al contrasto dell’abusivismo e sommerso d’azienda, ha disvelato un fenomeno purtroppo diffuso di vere e proprie attività artigiane completamente abusive, nella fattispecie, officine meccaniche, elettrauti e autoriparatori, prive dei necessari titoli autorizzativi all’esercizio dell’attività artigianale, per la quale è prevista un’iscrizione al registro delle imprese della Camera di commercio. Delle sette officine sottoposte a controllo, soltanto quattro sono risultate titolari di partita Iva, mentre le altre erano completamente sconosciute al fisco. A finire nel mirino delle Fiamme Gialle del Comando Provinciale di Lecce – Compagnia di Gallipoli, sono stati, in due distinti interventi, sette soggetti residenti in Gallipoli (LE), Nardò (LE), Matino (LE), e Collepasso (LE), esercenti le attività di meccanici, autoriparatori ed elettrauti. Nel corso delle operazioni, eseguite all’interno delle autorimesse, sono state individuate attrezzate officine dotate delle necessarie strumentazioni per le riparazioni meccaniche, tutto in maniera completamente abusiva, oltre a varie autovetture pronte per essere riparate e/o in fase di consegna al cliente. Le attrezzature rinvenute, costituite da banconi da lavoro, attrezzi, ponti sollevatori idraulici, compressori, forni per la verniciatura ecc., installate senza le prescritte dichiarazioni di conformità, sono state sottoposte a sequestro amministrativo, finalizzato alla successiva confisca, e i responsabili segnalati alla Camera di Commercio di Lecce, competente per l’applicazione delle relative sanzioni. Sono state contestate anche violazioni di carattere penale, in ordine all’illecito smaltimento di rifiuti pericolosi ed elevate sanzioni amministrative nei confronti dei proprietari delle autovetture i quali sono obbligati ad avvalersi, per la manutenzione e la riparazione, di imprese autorizzate ovvero regolarmente iscritte alla Camera di commercio. Nei confronti dei gestori delle attività abusive seguiranno accertamenti, anche di natura fiscale, per la quantificazione del volume d’affari sottratto al fisco. Il danno arrecato da tali attività illecite è trasversale e spazia dall’evasione fiscale fino alla concorrenza sleale nei confronti degli operatori regolari, passando per il danno ambientale connesso allo smaltimento incontrollato dei rifiuti pericolosi connessi con lo svolgimento di tali attività.