"L”impresa che gestisce le slot è riconducibile a indagati per associazione mafiosa, in particolare nella persona di Giovanni Trapasso, lo si è stabilito sulla base di intercettazioni ambientali in cui lo stesso Trapasso, in riferimento alla possibilità di coprire una parte di mercato delle slot rimasta disponibile, fa riferimento all’impresa come una cosa propria e decide di gestirla". E’ quanto ha dichiarato ad Agimeg Nino De Santis, capo della squadra Mobile di Catanzaro, a seguito della vasta operazione di polizia denominata Borderland che nelle scorse ore ha portato all’arresto di 48 persone, destinatarie di una ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip di Catanzaro con l’accusa di “associazione di tipo mafioso". Sequestrate anche diverse società e imprese ritenute lo strumento delle attività illecite della stessa cosca o l’oggetto di interposizioni fittizie dei sodali, tra cui una società per la distribuzione di slot machine.
"Le slot rappresentavano un fiorente business della cosca, un canale attraverso il quale il clan e gli esponenti principali indirizzavano forme di reinvestimento di denaro sporco. La loro capacità di penetrare il mercato era proporzionale all’autorevolezza mafiosa, di posizione dominante. Allo stato dell’arte non siamo in grado di dire se le macchine imposte fossero apparecchi leciti oppure completamente illegali. Seguiranno ulteriori accertamenti, ma quel che è certo è che l’attività mafiosa si estendeva ben oltre Catanzaro, ma anche in tutta la provincia".