VQR 2011/14: Unime non guadagna posizioni, ma è il 4° Ateneo in Italia per miglioramento nella valutazione

I primi risultati della seconda tornata della VQR (Valutazione della Qualità della Ricerca), relativa al periodo 2011/14, non mutano in modo sostanziale il quadro della precedente rilevazione, ma confermano un forte recupero degli Atenei meridionali rispetto a quelli del Nord. In questo contesto l’Università degli Studi di Messina, pur rimanendo in fondo alla graduatoria, fa registrare nel punteggio complessivo un guadagno del 17% rispetto al passato. Si tratta della quarta migliore performance a livello nazionale, dopo Perugia Stranieri (+45%), Siena Stranieri (+25%) e Pisa Normale (+20%). Al Sud, dopo Messina, Bari Politecnico e Napoli Federico II (entrambe con un +12%). In Sicilia, Catania ha fatto registrare un +10% e Palermo un +9%.
“Il restringimento della forbice – afferma il Rettore, prof. Pietro Navarra – tra Atenei meridionali e settentrionali sul fronte della ricerca, è sicuramente un dato positivo. In questa prospettiva Messina ha offerto un considerevole contributo. Non posso che esprimere soddisfazione per il sostanziale dimezzamento dello scarto tra gli indicatori e la quota dimensionale di Unime (da -38 a -21%) e per il fatto che, tolti gli Atenei di piccole e piccolissime dimensioni, l’Università di Messina è stata la prima in termini di crescita. Tuttavia, i dati della graduatoria finora a nostra disposizione confermano i limiti del sistema di finanziamento attuale legato alla VQR. Mi sta bene che la quota premiale del finanziamento ordinario tenga conto della posizione in graduatoria dei vari Atenei, ma ugualmente dovrebbe prendere nella dovuta considerazione le variazioni di performance rilevate in momenti temporali diversi. Pertanto, se un’Università migliora il proprio punteggio più di altre, occorre un parametro che ne dia riscontro. Infine, per quanto riguarda la nostra Università, mi riservo di analizzare in che modo hanno inciso le politiche di reclutamento. È un altro dato di fondamentale importanza, perché questo è lo strumento principale con cui un’amministrazione universitaria può incidere sulla VQR”.