Pm e Giudici onorari augurano buone feste al Ministro Orlando…

Al Ministro della Giustizia
On.le Andrea Orlando

Signor Ministro,
anche quest’anno i bilanci della Giustizia italiana si presentano fallimentari, consegnando i cittadini e le imprese alle incertezze di una democrazia incapace di tutelare i diritti con la necessaria tempestività ed efficacia.
La legge quadro sulla magistratura onoraria poteva costituire lo spunto per un rilancio della giurisdizione, ma si sta rivelando uno strumento di conservazione dello status quo, attesa l’incapacità del Governo di attuare le pur modeste innovazioni che la delega parlamentare consentirebbe di attuare.
Chissà se mai vedrà la luce la nuova modulazione delle retribuzioni, differita in là nel tempo di un triennio, così da schivare il problema di coperture finanziarie che oggi non sono state trovate per i magistrati onorari, mentre l’impegno a reperire nuove risorse è stato assunto per gli aumenti retributivi di tutti gli altri lavoratori pubblici e per il salvataggio di banche storicamente vicine alle forze politiche che detengono nel paese la maggioranza.
Tutti interventi opportuni, sia chiaro, così come opportuno sarebbe restituire ai cittadini la certezza dei diritti e non certo l’incertezza delle depenalizzazioni, degli svuota-carceri. o delle barriere economiche all’accesso della Giustizia civile. Queste possono solo nascondere o procrastinare il fallimento statistico della Giurisdizione per utilizzi mediatici di breve durata o per le annuali inaugurazioni dell’anno Giudiziario… Nella realtà la percezione chiara della gran parte dei cittadini italiani, rimane il fallimento e il conseguente dissenso diffuso.
Tutto ciò ci ha portato a determinare astensioni in piena sinergia con gli stessi GdP con i quali dopo lo sciopero dello scorso mese di novembre, se costretti dal mancato ascolto delle nostre ragioni, riprenderemo ogni protesta nella prima data utile.
Nell’attesa di riscontrare apprezzabili cambiamenti, Le auguriamo di passare un Natale sereno, anche se il nostro non lo sarà, per le preoccupazioni che abbiamo motivo di nutrire sia come magistrati sia come cittadini, di fronte a una politica sorda ai moniti della comunità sovranazionale e alle reali necessità del Paese.

Raimondo Orrù