Amri, c’è da crederci..?

“Non credere mai ai servizi segreti occidentali, neppure se dicessero la verità”.. è da quando ho vissuto il tempo degli “anni di piombo e delle stragi” che ho fisso nella mente questa premessa e, prima di analizzare un evento cruento che li veda interessati, ci vado ultra cauto. L’assioma, consolidato in Italia da Portella della Ginestra in poi, lo ho “esteso” a tutto l’Occidente grazie (per citare solo i casi più clamorosi) all’assassinio di Kennedy, alle Torri Gemelle e alle famigerate “armi di distruzione di massa” che costarono il potere e la pelle a Saddam Hussein, trascinando nella avventura irachena mezzo mondo e mettendosi contro l’altra metà. Oggi, con il proliferare della libera (fin quando ?) circolazione su internet delle notizie e dei blog, viene sempre più difficile agli 007 Usa e nostrani “far digerire il rospo” delle verità assolute alla opinione pubblica (anche se distratta dai guai di casa propria) ma loro (con polizie e governi interessati) ci tentano sempre. Perché “devono e possono”, con ricchezza di mezzi,uomini e media generalisti associati.. A qual fine ? Mah.., i precedenti non depongono bene sulla “bontà” delle operazioni: per “esportare la democrazia” hanno (Usa e dipendenti) ultimamente creato il caos libico e il disastro siriano.. con il sovrappiù del “mostro Isis”. Ovviamente non mi ritengo certo “depositario della verità”, pure io potrei essere “manipolato” o (molto improbabile,vista la mancanza di capacità) “manipolatore”, decidano pure i lettori cosa pensare… Mi limito all’ultima sortita del Califfato (che ne ha rivendicato la appartenenza) in Germania con la strage al mercatino di Berlino ed alla successiva fuga del “colpevole” Anis Amri fino a Sesto San Giovanni ove è finito steso da un poliziotto italiano neppure “titolare”, l’ottimo tiratore (era stato nell’esercito) Luca Scatà.
Anche il capo pattuglia, agente Christian Movio, pur ferito,aveva risposto al fuoco dando il tempo al collega di rispondere adeguatamente ai colpi del terrorista…
Dubbi ? Tanti, a partire dalla strage delle vittime innocenti di Berlino, compiuta con sequestro del Tir proveniente dall’Italia, omicidio dell’autista polacco,fuga con solita “perdita” dei documenti di riconoscimento e..destinazione Sesto San Giovanni ?? A far che ?? Rientrava alla base e si è davvero imbattuto in un controllo casuale ??
La coincidenza della provenienza del camion e della presenza di Amri nel milanese, non la ritengo tale.. ma girare nel cuore della notte,senza documenti e senza meta, non si confà ad un personaggio che aveva compiuto con sangue freddo l’assassinio dell’autista e la strage degli innocenti..signori miei,armato di una pistola calibro 22, un’arma (quasi) da tiro a segno !! Nel passato è accaduto che dei terroristi siano incappati casualmente in controlli delle forze dell’ordine ma, spesso, è finita male per i controllori, colti di sorpresa dalla potenza di fuoco messa in campo dai fermati e dalla loro determinazione e preparazione militare…ricordate la Uno bianca ?
Stavolta sono propenso a credere che si sia trattato di una casualità per quanto riguarda gli agenti..stavano facendo un controllo ed è andata così, buon per loro e grazie alla capacità di reagire all’imprevisto. Per il resto non credo proprio quasi a niente di quello che ci hanno raccontato.. dallo sbarco a Lampedusa fino alla morte.
Secondo me tutto è stato pianificato da una base operativa in Italia: non era un attacco kamikaze, Amri doveva fuggire (attraverso mezza Europa) e tornare indietro dove “avrebbe trovato assistenza”… Giunto a Milano, non ha trovato il “contatto” o lo hanno inviato a Sesto in attesa di istruzioni.. Da parte di chi, per far cosa e dove non lo so certamente io ma sono arcisicuro che “qualcuno” lo sappia benissimo…

Vincenzo Mannello