ATM deve risarcire alcuni lavoratori per una somma complessiva di circa 200.000 euro, in seguito all’errata applicazione della legge Brunetta che ha comportato il blocco delle carriere e degli scatti di anzianità. L’errore pacchiano su cui si è arroccata la dirigenza aziendale ha costretto l’ORSA a mettere a disposizione dei lavoratori il proprio Legale (Avv, Daniele D’Orazio) per adire le vie legali, il Giudice si è espresso a favore dei dipendenti disponendo il risarcimento di circa 3000 euro ciascuno. Nonostante la condanna l’azienda non ha riconosciuto le somme dovute, neanche in seguito alla dilazione concessa dai lavoratori vincitori di causa.
Si è andati avanti per mesi con la promessa che le somme dovute sarebbero state erogate ma il tentativo dilatorio dell’azienda ha rasentato il ridicolo, pertanto il giudice ha disposto il pignoramento dei beni aziendali. ATM reagiva facendo trovare vuote le casse all’ufficiale giudiziario che si è trovato costretto a pignorare la nuova automobile aziendale del Direttore Foti, un’Alfa Giulietta, di cui non si sentiva assolutamente il bisogno visto che i soldi pubblici spesi per il superfluo potevano essere impiegati per cominciare a risarcire parte dei lavoratori. Ancora una volta l’arroganza della dirigenza aziendale ha prodotto sperpero di denaro pubblico, se si fosse raggiunto l’accordo ed evitato il contenzioso, come a suo tempo suggerito dell’ORSA, si sarebbe trovata una soluzione meno dispendiosa per le casse aziendali e soprattutto si sarebbero risparmiate le spese legali a carico di ATM.
Simile situazione si è verificata con il contenzioso per la mancata fornitura delle divise che l’ORSA aveva attivato contro la precedente gestione aziendale, anche in questo caso si era chiesto al subentrate direttore Foti di concordare le somme dovute ai lavoratori, al netto rifiuto dell’azienda è seguita la sentenza del giudice che anche per la questione divise ha condannato l’ATM a risarcire i lavoratori.
La discutibile abitudine di ATM di trattare solo con i sindacati “graditi” costringe l’ORSA a rivendicare i diritti dei propri associati in tribunale che fino ad oggi ha sempre dato ragione ai dipendenti, ne consegue che dopo le sentenze, per ovvi motivi, la somma di denaro pubblico da sborsare per gli errori della dirigenza risulta superiore a quanto si sarebbe potuto concordare trattando serenamente con ogni singolo lavoratore, ma fin a quando gli errori e l’arroganza la pagano i cittadini poco importa…
Intanto gli stipendi di gennaio che dovevano essere fruibili entro giorno 5 ad non sono stati ancora erogati.