Sfiducia. Progetto e squadra non qualunque

di Emilio Fragale

L’amministrazione Accorinti, messa alle corde del dibattito politico da un documento sulla sfiducia che dovrà approdare in Aula, ha buttato giù la maschera con una risposta stizzita, piccata, isterica. Sindaco e Giunta mostrano il volto violento di chi in questi anni non ha saputo (e voluto) confrontarsi. Una esperienza, impettita da inopinata mancanza di sia pur minima autocritica, si appella ad un tempo che è volato. E’ volato solo per loro. I cittadini, le famiglie, le imprese di giorno in giorno, di settimana in settimana, hanno fatto i conti con inefficienze e deficienze disarmanti e avvilenti. In questa legislatura abbiamo registrato opaca gestione, narcisa riflessione, miope visione.
Scrive uno dei 59 che sono mancati alla conta di Calabrò.
Scrive unodiquellicheceranoprima che ha sperato nel cambiamento. In quale? Quello di una classe dirigente chiamata a rinnovare il linguaggio, a lasciarsi permeare dalla speranza, a ricercare il bene comune, a circondarsi dei migliori, a non fare sconti (neppure a sè stessi), a non indossare i panni di cacciatori di streghe e fantasmi, a non addossare colpe sempre ad altri, a non isolarsi nel provincialismo o per converso lanciarsi in slogan ameni, a non mettersi in vetrina né essere confinati alla berlina.
Il giro di boa è stato oltrepassato da gran pezza. Il consuntivo la città lo ha già tracciato.
Renato stai continuando a sbagliare, a deludere, a fallire.
E’ davvero stucchevole una difesa impostata sulla mancanza di legittimazione del Consiglio Comunale.
Diciamo le cose come stanno.
Chi ti circonda non è neppure capace di leggere tra le pieghe di documenti e dichiarazioni.
Le 16/17 firme rappresentano – al momento – un invito a volare alto che non può essere raccolto solo a Palazzo Zanca, nel Salone delle Bandiere o nel civico consesso ma da tutte le forze e in tutte le sedi ove la bussola e’ (dovrebbe essere) sempre polarmente orientata nella direzione della Istituzione e non della Anarchia.
Pensi davvero che ci si preoccupa del (di te come) problema. Da mesi e mesi ci si pre-occupa della soluzione per il Comune e per la Comunità.
Messina, che con la tua elezione ha voluto schiaffeggiare coloro che, a prescindere dal colore, avevano governato si è ravveduta. Nessuno, tuttavia, invoca il passato del "si stava meglio quando si stava peggio" ma appare palese che non è più sufficiente alcuna gioiosa improvvisazione, alcuna bandiera della pace, alcuna ostentata magliettina.
Un sindaco scalzo può emozionare il solo frangente di un nano-secondo. Poi, vi sono gli iter, le prassi, i provvedimenti, le misure, i fatti … già i fatti.
I fatti non sono mistificati dai consiglieri comunali. I fatti sono sotto gli occhi di tutti. Senza sottacere che quando piove … Renato … ogni governo è ladro.
Ho letto il documento riepilogativo. Non mi persuade. Non mi convince. Ho memoria però anche dei documenti risalenti ai tempi di Providenti, Leonardi, Buzzanca e ai miei tempi (essendo stato al vertice della macchina comunale consapevole di un programma per la polis da declinare). Rammento ciò che hanno ricordato in interviste e scritti altri protagonisti da Bonsignore, a D’Alia, a Scoglio. Mi persuadono? Mi convincono? Non totalmente. Vale solo ciò che si lascia, di cui vi traccia, che rappresenta realizzazione storica. Quale la differenza? Quellicheceranoprima non hanno mai accampato alibi per quanto ereditato ne’ hanno accettato di misurarsi con beneficio di inventario. Voi avete inteso ignorarci. Noi (quelli di prima) siamo consci di questa vostra ignoranza.
Ritorniamo al punto di partenza.
Donne e Uomini che etichettate burattini vi hanno – a tacer d’altro – sostenuto con delibere pesanti (da voi stese e proposte) … pesanti di greve leggerezza contenutistica e di grave intempestività cronologica.
Non so a chi alludete con il riferimento a pupari distratti da giudici e avvocati ma certamente conosco chi pur avendo motivo di risparmiarsi da diuturno e indefesso impegno civico e sociale (anche per preparare difese e contrattacchi nei Tribunali e nelle Corti) non intende sottrarsi alle sfide dell’agone sapendo vincere … sapendo perdere … sapendo vincere.
Conosco uno, in particolare, che è stato eletto Sindaco da chi voleva crescita, sviluppo e rispetto della città di Messina.
Molti hanno dimenticato che è stato il primo sindaco di centro sinistra.
Molti hanno dimenticato che nella sua giunta vi erano tutti i segretari principali dei partiti di sinistra.
Molti hanno dimenticato che con lui hanno amministrato dai liberali di sinistra, ai verdi, ai comunisti.
Molti hanno dimenticato che ha amministrato per soli venti mesi.
Molti hanno dimenticato che per quella gestione nessuno è stato raggiunto da avvisi di garanzia.
Molti ma non tutti. Tutti quegli amici che non hanno temuto di essere tacciati di essere voltagabbana, di fare il salto della quaglia, di transumanza che conoscono il valore della leale amicizia.
Vedi Renato, nell’estate del 44 a.C., Cicerone, un anno prima della morte, dedico’ un opera alla amicizia (anche in politica). Erano anni in cui si credeva che l’amicizia nascesse dal bisogno, dalla utilità, dalla cortesia ottenuta o attesa. L’avvocato e il filosofo ci rassegno’ una idea diversa. Essa è un perfetto accordo di tutte le cose divine e umane; eccettuata la sapienza, rappresenta il dono più grande che gli dei immortali abbiano fatto all’uomo. "Teniate l’amicizia per la più nobile cosa del mondo".
Donne e uomini in consiglio comunale (comunque in opposizione) hanno tenuto a questa amicizia contro ogni convenienza.
Un loro amico svenduto da un premier pinocchio e calcolatore non è stato lasciato solo, non è stato abbandonato, non è stato rinnegato. Hanno accettato di subire accuse ingenerose di trasformismo per coltivare il sentimento più nobile del mondo.
Hanno, persino cambiato partito, per camminare accanto all’amico in difficoltà.
Chi può credere alla favoletta che il loro amico si è spostato in Forza Italia per assicurarsi un seggio? Il seggio a se’ stesso o ad un’altro (di cognome scritto diversamente ma letto ugualmente come il suo) se lo sarebbe assicurato (gli sarebbe stato assicurato) anche restando nel PD. Si chiama forza elettorale; si chiama voto; si chiama consenso democratico.
Ha posto una questione di libertà. Ha ricevuto una risposta di lealtà.
A non essere liberi sono gli uomini qualunque e dappoco.
Messina … nella risposta dell’Aula … con animo sereno … non si porrà il problema della sfiducia o meno nei tuoi/vostri confronti nè di essere accusati come attaccati al seggio … ma se si è pronti (se Messina è pronta) a scommettere su un progetto e su una squadra non qualunque.
Messina, 22 gennaio 2017
P.s. Potrei anche datare … a scanso di equivoci … Messina, 24 gennaio 2017.