I militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Livorno hanno dato esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo di beni, emesso dal G.I.P. del locale Tribunale, Beatrice Dani, nei confronti di una donna, funzionario giudiziario del medesimo Tribunale, di origine fiorentina ma residente nella Lucchesia. Il provvedimento si inserisce nel medesimo contesto investigativo nel cui ambito era stata disposta dal GIP, nel mese di luglio dello scorso anno, nei confronti dello stesso funzionario (in servizio fino al 31 ottobre 2013 presso la cancelleria delle esecuzioni mobiliari del Tribunale civile labronico), l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’esercizio del pubblico ufficio o servizio, per le ipotesi di reato di peculato e di soppressione, distruzione e occultamento di atti giudiziari. Le indagini – dirette dalla Procura della Repubblica (PM Massimo Mannucci) ed eseguite dai militari delle Fiamme Gialle presso la Sezione di P.G. della Procura stessa – avevano consentito di accertare che la donna, sfruttando il suo ruolo di pubblico ufficiale e avendone per ragioni d’ufficio la disponibilità, si appropriava, in più occasioni, sin dal 2005, di denaro contante, titoli di credito e libretti di deposito bancario intestati a terzi, per una cifra complessiva di oltre 230 mila euro. In alcuni casi, la funzionaria monetizzava titoli o libretti depositati nelle singole procedure versando le corrispondenti somme in ulteriori procedure in favore di creditori pignorati, al fine di coprire gli ammanchi derivanti da proprie condotte illecite. A seguito delle perquisizioni, risalenti alla scorso anno, erano emerse responsabilità per sottrazione di atti giudiziari, avendo i finanzieri rinvenuto, presso l’abitazione dell’indagata e nell’autovettura in uso alla stessa, copiosa documentazione, anche in originale – costituita, prevalentemente, da fascicoli giudiziari e altri atti pubblici – sottratta dalla medesima dagli Uffici giudiziari, ove la stessa aveva prestato servizio nel tempo. Ulteriori responsabilità in capo all’indagata erano state ipotizzate per ricettazione, in quanto la stessa è stata trovata in possesso di un documento di identità di un soggetto terzo, non coinvolto nelle indagini, denunciato quale smarrito ad altra forza di polizia, nonché di truffa aggravata, per aver richiesto e ottenuto, con artifizi e raggiri, da una donna del 1937, la cifra di 30 mila euro, costituente parte dell’eredità ottenuta da quest’ultima a seguito della morte della figlia. All’esito degli ulteriori accertamenti svolti e dell’esistenza di una segnalazione di operazione sospetta che evidenziava l’avvenuto smobilizzo di quote in fondi comuni di investimento cointestate con il marito, il GIP ha ritenuto sussistente il pericolo della perdita dell’erario di recuperare l’ingiusto profitto, disponendo il vincolo cautelativo di beni fino a concorrenza dell’importo di 107.000, pari alle somme in contanti depositate nelle mani della funzionaria dai vari debitori nel corso delle procedure esecutive, ovvero dall’ufficiale giudiziario nell’ambito della diversa procedura. E’ stata così sottoposta a sequestro, con il supporto della Compagnia della Guardia di Finanza di Lucca, sino all’ammontare del suddetto importo, un’unità immobiliare di 158 mq (dal valore complessivo di 300mila euro) ubicata in una frazione della stessa città.