AUTOSTRADA COLABRODO. MESSINA-CATANIA UNA TRAPPOLA PER GLI ULTIMI DELLA TERRA

“Celebriamo l’anno “zero” della manutenzione dell’autostrada A19 Messina-Catania. Da brividi percorrere (in entrambi i sensi di marcia) la tratta autostradale il cui rifacimento era stato fin troppo decantato e poi purtroppo mai realizzato, nel dicembre del 2015, dal presidente del Cas Rosario Farsaci”.

Lo ricorda il capogruppo all’Ars di Sicilia Futura on. Beppe Picciolo, che anticipa un’interrogazione parlamentare per conoscere i motivi della perdurante mancata manutenzione e soprattutto i tempi di ripristino di quella che, “con distrazione della lingua italiana”, ci si ostina a chiamare ancora autostrada.

“Affrontare i 76 chilometri che separano la città dello Stretto dal capoluogo etneo, rappresenta realmente una sfida al proprio destino e immaginiamo con quale animo i cittadini/utenti, prima di intraprendere l’omerico viaggio, salutino i propri familiari ben sapendo che sulla Messina-Catania può accadere di tutto. Si tratta di una gimcana autorizzata, fatta di improvvise deviazioni e di salto dei fossi, che in alcuni tratti ricorda più le trincee di guerra o i valloni dolomitici che richiederebbero, per la corretta percorrenza, di automezzi attrezzati per il fuoristrada. A tutto questo – conclude il deputato regionale – non vogliamo abituarci aspettando a breve il "miracolo Anas" e risulta perfino offensivo pensare che “forse” al tangibile disastro verrà posto fine grazie al G7 prossimo venturo. Noi non ci rassegniamo all’evidente improvvisazione – ha concluso Picciolo – e chiediamo che, ancor prima dell’arrivo dei potenti della terra, si ridia la dignità perduta a tutta una tratta autostradale che, peraltro, dovrebbe servire a collegare Messina con l’unico aeroporto concesso alla nostra provincia, perché è fin troppo chiaro che in queste condizioni non solo l’isolamento della nostra terrà diventerà insopportabile ma anche la semplice idea di “intraprendere” per creare ricchezza diverrà una sfida al buon senso ed alla voglia comunque di rialzare la testa”.