Nell’ambito dell’operazione denominata “Asclepio”, sono stati segnalati alla Procura della Repubblica di Pesaro nr. 34 medici dell’ASUR – Area Vasta 1, operanti presso gli ospedali e ambulatori esterni convenzionati, per reati contro la Pubblica Amministrazione, il patrimonio e la pubblica fede. Le indagini, delegate dall’A.G. di Pesaro ai finanzieri del Nucleo di Polizia Tributaria di Pesaro, hanno portato all’esame di copiosa documentazione amministrativa dell’ASUR – Area Vasta 1, riguardante gli anni dal 2013 al 2015. Attraverso le investigazioni sono state ricostruite diverse condotte irregolari poste in essere da alcuni medici operanti in modalità intramoenia presso gli ospedali e/o ambulatori esterni convenzionati, in relazione all’effettuazione delle visite mediche private necessarie al rilascio/rinnovo delle patenti di guida per natanti ed autoveicoli. In questi casi la prassi adottata è quella di recarsi presso gli uffici dei medici abilitati, messi a disposizione dall’Azienda sanitaria, per sottoporsi a visita e pagare un importo di 30 o 42 euro a secondo del tipo di patente da rilasciare. E’ il medico stesso che, dopo la visita, invia il certificato, da lui firmato, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti di Roma – Dipartimento per i Trasporti e la Navigazione. Lo svolgimento di tali prestazioni, erogate al di fuori del normale orario di lavoro, consente ai medici di incassare un premio di esclusività del 25% per ogni visita eseguita, mentre il 75% viene incamerato dall’Ente Ospedaliero. Gli accertamenti eseguiti in stretta e continua collaborazione con il personale dell’Area Vasta 1, sono consistiti nell’acquisizione di documentazione utile, quali i cartellini di presenza, le buste paga, i turni di reperibilità e i registri attestanti l’entrata e l’uscita del personale dipendente dagli uffici. Il carteggio richiesto dalla Guardia di Finanza, prontamente consegnato dall’Azienda, è stato minuziosamente controllato di concerto con il personale amministrativo appartenente alla stessa Azienda sanitaria. Sono stati inoltre sentiti alcuni utenti sottoposti a visita medica, acquisiti i tabulati telefonici relativi ai cellulari in uso al personale medico e richiesti al citato Dicastero gli elenchi delle visite effettuate dai medesimi professionisti. Infine sono stati incrociati i dati contenuti sui bollettari utilizzati per riscuotere il denaro dai contribuenti con le fatture emesse dal Centro Unico Prenotazione Regionale (CUP). La disamina degli elementi acquisiti nel corso delle indagini ha permesso così di evidenziare come alcuni medici, durante l’orario istituzionale di servizio, anziché svolgere le mansioni sanitarie presso i vari reparti ospedalieri, eseguivano di fatto visite private per il rilascio delle patenti. In tale contesto, sono stati rilevati a carico di alcuni di essi anche dei “debiti orari”, ossia ore lavorative certificate ma di fatto non rese, i cui compensi sono stati indebitamente percepiti, configurando il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato. Dall’esito degli accertamenti è emerso, inoltre, come, pur avendo incassato il denaro contante direttamente dagli utenti visitati, in particolare per le visite svolte in orari di chiusura dell’ufficio cassa dell’ospedale ovvero presso ambulatori esterni convenzionati, alcuni medici hanno poi omesso, in qualche caso, di versarlo nella casse del servizio sanitario nazionale, ipotizzando in questo caso il reato di peculato. A seguito dell’intervento della Guardia di Finanza, l’ASUR – Area Vasta 1 ha richiesto ai professionisti interessati il denaro pagato dai contribuenti sottoposti a visita e non versato dai medici, quantificato in circa 40 mila euro. In conclusione, 12 medici sono stati denunziati per il reato di truffa aggravata ai danni dello Stato, mentre per i restanti 22 si ipotizzano, a vario titolo, i reati di peculato, abuso d’ufficio e falso. Tale servizio, denominato “Asclepio”, dal nome della divinità greca della medicina e della salute, si innesta nel quadro dell’azione strategica del Corpo della Guardia di Finanza di Finanza a contrasto degli illeciti in materia di spesa pubblica e rivolta alla prevenzione e repressione dei casi di indebita percezione di risorse destinate alla collettività, a salvaguardia dei bilanci pubblici, per assicurare legalità, equità ed efficienza nella gestione delle risorse.