di Roberto Gugliotta
Si parla di basket ma dovremmo guardarci allo specchio senza vergogna. Il basket siciliano continua a regalare perle: Dani Baldaro, coach della BASKET SCHOOL MESSINA, militante in C silver, apprende di essere stato esonerato dal sostituto che, in assenza del comunicato della società che formalizzi la cosa, rilascia un’intervista, con tanto di proclami e progetti. La classe non è acqua, caro Dani. C’è una categoria di persone che va a tempo di musica, afferra al volo palloni e ciambelle, piroetta sott’acqua, con la speranza che qualche pollo ci caschi. L’ansia di rientrare nel giro a volte gioca brutti scherzi, come l’orgasmo, ci sono blog che ti fanno credere di essere il migliore, il più furbo, ma semmai è vero il contrario. Poi ci sono dirigenti che fanno tuffare due persone come fossero una sola, a metà strada tra la scuola di danza e il circo: e sia detto senza offesa nei confronti di attività (la danza e il circo) che richiedono dedizione, sacrificio, allenamento, senso estetico e capacità di resistere con un sorriso al mondo crudele. Il basket siciliano sta diventando una macchietta, magari lo è stato anche in passato, ma oggi lo è di più. Pugnalate, cattiverie, vendette, tragedie, non risparmiano nessuno. Compreso il sottoscritto, ma questa è un’altra storia. Oggi voglio esprimere la solidarietà a un amico, Dani Baldaro, per come è stato trattato: non lo meritava, come non lo merita nessuno che svolge con passione il proprio compito. Si vince e si perde ma guai a mancare di rispetto alla persona. Dispiace che a scivolare sul rispetto siano state delle persone che ho sempre ritenuto al di sopra di ogni sospetto: ho provato un grosso dispiacere e attendo, quanto meno, se non una telefonata, una lettera di chiarimento. Ma si vede che è più facile apparire che essere sinceri. Il coraggio, uno, se non ce l’ha, mica se lo può dare, diceva Manzoni giustificando il suo don Abbondio. La parola magica è: il mio ego prima di tutto. Applausi. Anche il nuovo che avanza sa fare così, con le balle invece che con la parola d’onore. Non si educano più i ragazzi perché noi grandi siamo i primi a essere non credibili; e così i giovani che frequentano i centri d’avviamento imparano da piccoli a contare le battute di una musica muta. Poi escono sgambettanti e i risultati son quelli che sono… Resto senza parole nel leggere certi avvenimenti: manca solo il rullo di tamburi, poi sarà ovazione e record di balle spaziali. Sport o pressapochismo? Che poi nessuno sappia davvero se il basket sia il caro e vecchio gioco di squadra, e che senso abbia pugnalare alle spalle una persona fino all’altro ieri più che fidata, è altra faccenda. Vedremo, c’è tempo.