di Roberto Gugliotta
Temo la Giustizia più vera, quella che controlla la nostra immaginazione, le nostre emozioni. Quella che costruisce e tiene fermi nella nostra testa gli stereotipi: i magistrati sono rigidi, gli avvocati ciarlieri, i giornalisti chissà. Chiedi giustizia: che fai? Fai la fatica di metterti a capire come è fatto un processo, se quel giudice o pubblico ministero è… idoneo oppure ha dei conflitti d’interesse (si parla spesso anche troppo della parentopoli negli atenei, negli ospedali ma dei conflitti di parentela nei tribunali nessuno osa aprir bocca); Il Csm poi, un vero disastro quando deve porre rimedio alle storie scabrose: se un magistrato è buono o cattivo; se è competente, scrupoloso o sciatto? Ma no, troppo faticoso. Ricorri al comodissimo stereotipo che hai in testa. E’ un Alto togato, e quindi. E’ un Pm d’assalto, e quindi. E’ un giudice del Fallimentare, e dunque. Fuorviati da questo stereotipo i giudici potrebbero anche pensare domani, in un momento di malumore, ad allontanarci dalla quotidianità, perseguitarci, sequestrare le nostre cose, rinchiuderci in cella. A chi importa se siamo innocenti o colpevoli; a chi interessa la verità, l’onestà, la legge. Tanto, sapete come sono fatti, quelli che dovrebbero controllare i controllori. Si dispiaceranno, magari, ma un attimo dopo tireranno fuori il colpo di spugna, la perdita della memoria. A differenza delle persone, che si possono tenere in galera, i pensieri si infiltrano dappertutto, anche fra le pareti domestiche. Povere vittime, intanto i dubbi si moltiplicano. E noi, pronti con le nostre cause: politiche economiche sociali. Poi ci hanno spiegato che così non si riesce a spiegare proprio niente. In altre circostanze, ricorrendo le stesse cause, non si hanno gli stessi effetti: non scoppia nessuna rivoluzione, non decade nessun magistrato. Penso con tristezza agli Eroi Falcone e Borsellino tirati in ballo, troppo spesso, per ridare verginità a dei diversamente onesti. Così, giorno dopo giorno, scopriamo purtroppo che il mondo è pieno, anzi è stracolmo di cittadini oppressi, affamati, perseguitati. Parafrasando un grande opinionista del recente passato riteniamo che la Giustizia – con la G maiuscola – è quella fiaccola nella notte, che illumina tutti. Se cade e si spegne, è notte per tutti.