Voglio un chilo di pane. e un fiasco di vino. le dò in cambio il bambino che ho in più. posso darle anche un osso. non mi piace è di cane. m’è passata la fame…
Lucio Dalla
Nel basket siciliano, la professionalità si lascia sempre scavalcare dalla realtà. Assai più utile del merito sarebbe infatti un nuovo valore, il lacrimometro, strumento capace di misurare il grado di umidità delle palpebre di quasi tutti i protagonisti della pallacanestro. Più frignano, più ottengono. O più credono di essere in diritto di ottenere. Una volta si giocava in un palazzetto, oggi si gioca col telefono: si complotta per ottenere il posto di un altro. Piange oggi, piange domani che il destino travestito dal dirigente ricco e scemo lo risarcisce con gli interessi. Con questo andazzo è facile prevedere il disastro: altro che numero uno degli allenatori … la sceneggiata, è a dir poco esilarante. Le squadre vanno male ma i giocatori spacciati per talenti sono sempre più rari. Poi, demolito quel principio di professionalità, si può abbracciare quell’altro che fa le fortune dello sport nostrano: la raccomandazione del dio denaro. Gioca chi paga. Per partecipare a un campionato, basta iscriversi; e per iscriversi, basta avere i soldi. Poi a chi importa se nella squadra, c’è chi corre e chi cammina. Ma la solita, dura legge del mercato dice che se qualcuno investe ha tutto il diritto di vedere il proprio parente giocare anche se non lo merita rispetto a un altro atleta. Tanto il coach è d’accordo: per allenare voglio un chilo di pane. e un fiasco di vino… Si può fare, pure a giochi in corso, anche se il coup de théâtre odora di cialtroneria. Anche questo è il basket in Sicilia. E hai voglia a sostenere che …”Il nostro progetto è di crescita complessiva”… Le migliori amicizie finiscono così: un colpo alla schiena e non se parla più. Quello che l’ha ricevuto si è girato, incredulo, ma non c’era più niente da fare: la partita era finita, finita l’esperienza in panchina. Oggi sono più importanti altre cose, il lacrimometro, per esempio, lo strumento capace di misurare il grado di umidità delle palpebre e poi avere un frigo pieno di roba da mangiare. C’era una volta l’etica, l’educazione, la sportività. Certi personaggi che frequentano i palazzetti si guardino nello specchio, e si chiedano se devono ancora continuare a imbruttire il basket o se non sia il caso di cambiare.
Roberto Gugliotta