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I finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Bologna, nei giorni scorsi, dando esecuzione ad un provvedimento emesso dal GIP del locale Tribunale Grazia Nart, hanno sequestrato beni immobili, del valore di oltre un milione di euro, nei confronti di L.B., nato nel 1963, già componente di una banda di rapinatori che, tra il 2003 ed il 2005, si era resa responsabile di una serie di assalti a oltre 40 bancomat, disseminati in tutto il nord Italia, raccogliendo un bottino di oltre due milioni di euro. Nello specifico il sequestro riguarda quattro immobili situati in Bologna, Anzola e Casalecchio di Reno. Le indagini, partite da una segnalazione del Servizio Centrale Investigazioni sulla Criminalità Organizzata (S.C.I.C.O.), e svolte dai militari del II Gruppo sotto la direzione del Sostituto Procuratore Antonella Scandellari, hanno permesso di accertare come uno dei componenti della banda, dopo aver ricevuto una condanna definitiva per i reati commessi ed essere stato altresì sottoposto ad una misura di prevenzione personale, abbia omesso di comunicare alla Guardia di Finanza una serie di operazioni di carattere patrimoniale compiute tra il 2011 e il 2014 (acquisto e cessione di immobili, barche, automobili e quote societarie) così come previsto dalla legge. Il Codice delle leggi Antimafia prevede infatti come le persone sottoposte ad una misura di prevenzione abbiano l’obbligo di comunicare al Corpo per dieci anni tutte le variazioni del proprio patrimonio di importo superiore ai 10.329 euro. Lo scopo è quello di garantire il costante monitoraggio di quei soggetti ritenuti socialmente pericolosi al fine di accertare tempestivamente se l’incremento dei loro beni e disponibilità finanziarie possa dipendere dallo svolgimento di attività criminali. Accanto al sequestro dei beni per un valore equivalente a quello delle variazioni patrimoniali è scattata altresì la segnalazione alla Procura della Repubblica e ora il soggetto denunciato rischia una condanna fino a sei anni di reclusione.